DISAGIO MENTALE, CARCERI E CRISI DELLA SANITÀ, BIGON E ZANONI (PD): “UN CORTOCIRCUITO ESPLOSIVO CHE VA DISINNESCATO GARANTENDO PERSONALE E SERVIZI”

Pubblicato da il 1 Settembre 2023


Venezia, 1 settembre 2023. “Le carceri scoppiano, sì, ma di disagio non curato. E a farne le spese sono ormai sempre più spesso i sanitari, gli agenti nonché la dirigenza, tutto il personale impiegato in numero insufficiente a garantire non già il servizio, ma anche soltanto la propria incolumità e quella degli stessi detenuti, come dimostrano suicidi, rivolte, atti di autolesionismo, aggressioni agli agenti e al personale sanitario, da ultimo il caso dello psichiatra che a Montorio (Verona) ha avuto il setto nasale frantumato da un paziente detenuto sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio”.

I consiglieri regionali Pd Anna Maria Bigon e Andrea Zanoni intervengono sul cortocircuito, ormai tanto evidente quanto pericoloso, tra disagio psichico, carcerazione e carenza di assistenza sanitaria. “Per anni una cieca e tossica propaganda nazionale ha cavalcato in lungo e in largo il tema della sicurezza senza produrre alcun risultato concreto tranne quello di aumentare la paura tra la gente e ridurre progressivamente i servizi sociali” spiegano. “E oggi qualcuno scopre che le carceri traboccano di persone con problemi di dipendenze e di disagio psichico”.

“Come Pd lo avevamo evidenziato, da ultimo, in un incontro pubblico dello scorso maggio: da dopo il Covid il disagio psichico sta letteralmente dilagando a partire dai giovani” proseguono. “Uno su due soffre di depressione o ansia, e l’uso di sostanze rappresenta un micidiale acceleratore del disagio. Intanto il Veneto resta la penultima Regione per investimento in salute mentale e le assunzioni avvengono con il contagocce. Agli ultimi concorsi per psicologi banditi da Azienda Zero hanno partecipato in 1.400 a fronte di poche decine di posti disponibili”.

“E’ necessario che tutte le istituzioni e le autorità sanitarie del territorio facciano uno sforzo per prendere in carico la situazione esplosiva che si palesa nella Casa circondariale di Montorio come nelle altre carceri venete” conclude Bigon. “E che si predispongano i servizi territoriali necessari ad intercettare il disagio psichico, soprattutto quello giovanile, prima che sfoci in patologia conclamata” sottolinea la consigliera Dem.