SANITÀ SOTTOFINANZIATA, BIGON (PD): “IL PAREGGIO DI BILANCIO NON È NECESSARIAMENTE UNA VIRTÙ, SERVONO CON URGENZA NUOVE RISORSE PER EVITARE IL COLLASSO DEL SISTEMA”

Pubblicato da il 8 Agosto 2023

Anche dove la Sanità funziona, i suoi conti sono invariabilmente in rosso: è questa la dura quanto inaccettabile realtà determinata dalle politiche di bilancio del nuovo governo Meloni che fin dalla prima manovra economica ha ripreso la strada del sottofinanziamento del settore.

Un esempio? Nella recente analisi Gimbe sui livelli essenziali di assistenza (Lea), condotta sulla base delle rilevazioni ufficiali del monitoraggio effettuato dal Ministero della Salute, l’Emilia Romagna è risultata per il 2021 la Regione che meglio di ogni altra ha garantito i Lea. Eppure il suo bilancio non riuscirà a sfuggire alla morsa dei tagli.

In Veneto l’attivo di Azienda Zero (+498 milioni) compensa le perdite delle altre aziende sanitarie, che sono più profonde negli Ospedali Universitari di Verona e Padova che fanno segnare un passivo rispettivamente di 86 e 96 milioni di euro.

Ora lo denunciano anche i governatori di centrodestra, ma era evidente fin dall’inizio e lo avevamo detto in tempi non sospetti: pochi punti di aumento (+3,5%) del fondo sanitario sarebbero stati insufficienti a tenere a galla il sistema a fronte della corsa dei prezzi e dei rincari energetici post Covid, oltre che della assoluta necessità di rilanciare il servizio sanitario pubblico da cui moltissimi professionisti stanno fuggendo.

Non solo il governo Meloni ha tagliato le gambe alla ripresa post Covid lasciando le Regioni dibattersi con il problema del recupero delle visite specialistiche e la carenza di medici e infermieri, ma con i tagli al Pnrr ora si appresta pure a sterilizzare l’indispensabile riforma della sanità territoriale, tagliando il numero preventivano delle Case della Comunità (1 su 3) e degli Ospedali della Comunità (1 su 4), nonché i Cot e tutte le altre innovazioni pianificate dal Pnrr.

Se di scelta si tratta lo dicano chiaramente alle famiglie monoreddito, alle famiglie di giovani precari, agli anziani soli: per curarsi dovranno pagarsi di tasca propria le prestazioni sanitarie. Ma dal momento che questo non è l’obiettivo del Pd e crediamo nemmeno quello dei tanti governatori di centrodestra che in queste ore stanno protestando contro il soffocamento della sanità pubblica ad opera del governo Meloni, chiediamo che il governo renda disponibili da subito almeno 3-5 miliardi.

A questo proposito come gruppo Pd in Regione Veneto abbiamo depositato un progetto di legge statale che impegna il governo a portare nuovi finanziamenti alla sanità.

Anna Maria Bigon, consigliera regionale Pd
Vicepresidente Commissione Sanità Regione Veneto