Un futuro per l’Istituto Sperimentale Frutticolo di San Floriano

Pubblicato da il 15 Novembre 2015 0 Commenti

Venerdì 6 novembre si è svolto un incontro istituzionale con il Presidente della Provincia, i sindaci del territorio (S.Pietro Incariano, Negrar, Fumane, Pescantina, Sommacampagna), i deputati veronesi on. Dal Moro e on. Zardini, quali promotori, il Rettore dell’Università di Verona Prof. Sartor , il dr. Giani della Fondazione Cariverona e infine il commissario del CREA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria) prof. Parlato, accompagnato dal direttore del CREA dI Conegliano dott. Tommasi.

La preoccupazione di tutto il comparto agroalimentare veronese di perdere l’Istituto Sperimentale Frutticolo di San Floriano, che tanto ha rappresentato e dato alla nostra agricoltura, per l’alienazione della storica e prestigiosa struttura, dettata da soli e meri problemi del bilancio della Provincia (presunzione di incasso di 8 milioni di euro), pesante eredità delle precedenti amministrazioni, trova finalmente una concreta e soddisfacente risposta.

CREA, grazie alla sensibilizzazione al problema degli on. Dal Moro e Zardini, con l’appoggio del ministro Martina, ha dato la chiara disponibilità ad investire a San Floriano per farlo divenire il centro di sperimentazione e ricerca di tutto il nord ovest del Veneto. Un tale centro risulta ad oggi mancante, per un’area di riferimento a forte vocazione viticola e orto frutticola di altissimo pregio. Questa esigenza è stata più volte e con forza, espressa e ribadita da tutte le associazioni e organizzazioni agricole del territorio.

Tale iniziativa manifesta, finalmente, un’attenzione delle istituzioni al valore economico sociale del nostro territorio agricolo. Infatti a fronte di una riorganizzazione di CREA, che vede ridimensionata la loro presenza sul territorio, da 87 sedi a solo 43, la scelta di un nuovo insediamento a Verona acquista il significato di un chiaro riconoscimento dell’importanza del nostro agroalimentare. Ciò però non potrà avvenire senza il coinvolgimento sinergico di tutte le realtà economico imprenditoriali, nonché istituzioni pubbliche locali.

Al proposito sono in corso contatti con la Fondazione Cariverona, Regione, associazioni e organizzazioni agricole, anche per la soluzione dell’aspetto finanziario, non irrilevante, ma assolutamente secondario rispetto alle ricadute positive che tale iniziativa riverbera.

Questa operazione, inoltre, darebbe una positiva prospettiva a quei lavoratori del CREA di Bovolone in dismissione (25 dipendenti), di una loro ricollocazione rispettosa delle professionalità e delle legittime attese personali.

 
Mario Gianelli