Pua Esselunga: per evitare il confronto Tosi combina l’ennesimo pasticcio

Pubblicato da il 17 Novembre 2015 0 Commenti

Quanto accaduto stanotte in Consiglio Comunale sarà materia per avvocati amministrativisti, a cui ci rivolgeremo, per il resto la cifra politica di questa ennesima parodia della democrazia cittadina è presto detta: nel goffo tentativo di forzare la mano per l’ennesima volta al consiglio comunale, Tosi ha combinato un nuovo pasticcio che allontana, anziché avvicinare, la realizzazione dell’ipermercato davanti alla Fiera a cui tanto tiene.

Per gli appassionati del genere: prima dell’approvazione della delibera, avvenuta alle 2.45 del mattino al cospetto dei due esponenti della palude veronese, Marisa Brunelli e Luigi Castelletti, che nel consueto mutismo hanno contribuito a mantenere il numero legale in aula, Tosi ha calato il presunto asso nella manica: un emendamento soppressivo che, bocciando l’osservazione della società Polo Fieristico su cui verteva l’intera seduta del Consiglio comunale, avrebbe dovuto far decadere tutti gli altri emendamenti (80 PD e 13 Cinque Stelle). Senonché l’emendamento del Sindaco è stato scritto talmente male che non sopprime correttamente tutti i punti della proposta di delibera, ma ne lascia in piedi alcuni (ad esempio il punto 3) in cui si accoglie l’osservazione.

Insomma, quanto approvato dalla maggioranza è contraddittorio e verrà spazzato via facilmente. Lo stesso entourage del Sindaco pensa di ricorrere ad una delibera di rettifica che allungherà ulteriormente i tempi. Tutto questo sta accadendo sempre ed esclusivamente per responsabilità dell’amministrazione stessa, la quale cerca di forzare la mano fin dai tempi dell’ “interpretazione autentica” del novembre 2013 voluta da Giacino e sostenuta senza riserve da Tosi.

Ma ora basta con giochetti e forzature: Tosi deve spiegare al Consiglio e alla città come Verona Sud potrà sopravvivere ad una simile concentrazione di grandi strutture di vendita che sono state qui affastellate e quale prospettiva di sviluppo esse dovrebbero dischiudere alla città. A chi servono tutti questi centri commerciali? Perché, per l’operazione davanti alla fiera, è stato dato l’incarico di advisor alla stessa persona che davanti ai giudici ammise di avere pagato delle consulenze alla moglie di Giacino in virtù del principio di “osmosi informativa”? Qual è la ragione di tutte queste forzature?

Michele Bertucco
capogruppo PD in Consiglio Comunale