Palaghiaccio a San Massimo: a chi serve?

Pubblicato da il 10 Ottobre 2015 0 Commenti

La proposta del palaghiaccio a San Massimo era già stata bocciata dal Consiglio della Terza Circoscrizione il 15 giugno scorso e la decisione era stata correttamente recepita anche dalla Giunta Comunale. Che ora si torni alla carica con un progetto uguale o simile può voler dire due cose soltanto: la prima, che questa amministrazione non ha la benché minima capacità di programmare il territorio ma va all’amo di qualsiasi proposta che i privati presentino purché promettano di metterci “i schei”. Si tratta infatti dell’ennesimo project financing che nel progetto originario prevedeva, oltre alla pista del ghiaccio con annessa tribuna da 3.300 posti, anche una foresteria da oltre 100 posti letto, ristorante, parcheggi e tre piscine coperte.

Facciamo notare che ad appena 800 metri in linea d’aria la proposta dell’Hellas sul compendio di Forte Lugagnano, che l’assessore competente non ritiene ancora decaduta malgrado il parere contrario dell’Urbanistica, prevede ulteriori piscine, foresterie e ristoranti. Secondo, che l’amministrazione non ha il minimo interesse per le richieste del territorio il quale ha bisogno di aree di sfogo e non di ulteriori infrastrutture. In Circoscrizione il progetto era stato bocciato con voto unanime perché avrebbe comportato un aggravio di traffico che il quartiere non è in grado di sostenere e perché prevedeva di disfare metà del parco Maggiolino su cui si è investito parecchio in passato. Tra l’altro, occorre notare la vicinanza con il cimitero che rende tale scelta irrispettosa, ma soprattutto vale ricordare che sotto il parco sono interrati 240 mila metri quadri di fanghi derivanti dagli scarti della lavorazione del marmo dell’ex cava Friuli.

Al tempo della costituzione del parco si dovette prestare grande attenzione alla scelta degli alberi da piantare affinché potessero sopravvivere in tale contesto. Figurarsi cosa vuol dire rimettersi a scavare in quel terreno. Non da ultimo il project in questione, della durata prevista di 35-40 anni, porterebbe di fatto alla privatizzazione di un’area pubblica già adeguatamente valorizzata: uno spreco di risorse di cui non si comprende il motivo.

Federico Benini
capogruppo PD in Terza Circoscrizione

Michele Bertucco
capogruppo PD in Comune