I RIDER VERONESI HANNO INCONTRATO ELISABETTA GUALMINI IL COMUNE DI VERONA SOSTIENE IL PERCORSO DI EMANCIPAZIONE

Pubblicato da il 21 Aprile 2024

Il sistema rileva che il rider ha mancato una consegna e ne ha bloccato la posizione, come fosse stata accertata una grave negligenza, in realtà allo sfortunato era stato rubato il monopattino necessario per effettuare le consegne. E’ pure accaduto che di fronte a incidenti e addirittura decessi gli algoritmi alla base delle piattaforme non si siano “accorti” della serietà degli eventi e abbiamo licenziato i lavoratori senza se e senza ma.

 

Oltre al danno, la beffa e il macabro sberleffo: esiste ormai un intero bestiario di aneddoti sugli effetti disumanizzanti del famigerato algoritmo che detta i ritmi e i guadagni ai lavoratori delle piattaforme digitali. Alcuni di questi sono stati esposti durante un incontro avvenuto con i rider veronesi, l’associazione Yanez e il Partito Democratico in Comune di Verona organizzato dall’assessora Elisa La Paglia alla presenza di Elisabetta Gualmini, l’europarlamentare relatrice della Direttiva sul Lavoro delle Piattaforme Digitali approvata lo scorso dicembre a breve distanza dall’AI Act, la regolamentazione per l’uso dell’intelligenza artificiale.

 

“Ora abbiamo un sistema appropriato, che non esiste in nessun’altra parte del mondo” ha detto Gualmini, spiegando che ora i singoli Stati hanno due anni perché le regole vengano recepite. Tra le novità del nuovo sistema di tutele c’è proprio l’obbligo della supervisione umana delle decisioni più importanti che riguardano la vita dei lavoratori. Non si può interagire con una macchina in caso di assunzione o licenziamento. Si stringono inoltre le maglie attorno all’inquadramento dei rider che non potranno essere contrattualizzati come autonomi se le condizioni oggettive di lavoro rimandano pienamente al lavoro subordinato. Si chiede poi alle multinazionali di dichiarare la loro presenza in tutti gli stati in cui operano, con evidenti implicazioni fiscali.

 

Gualmini ha poi illustrato resistenze e i tentativi di condizionamento esercitati da parte delle lobby del settore, che non mancheranno di sperimentare nuove strade per cercare di sottrarsi alla regolamentazione. Finora, però, ha sottolineato l’eurodeputata, “l’Europa ha saputo anteporre gli interessi dei suoi lavoratori più fragili”.

 

Questo ambito lavorativo impiega oltre 30 milioni di lavoratori e lavoratrici nel Vecchio Continente, non solo rider, ma si stima che diventeranno presto 45 milioni con l’applicazione del modello di business anche ai lavori di pulizia, cura della persona, assistenza domiciliare, baby sitting, traduzioni e consulenze e altri tipi di prestazioni manuali e intellettuali. Le stime attuali ipotizzano che siano circa 6 milioni i finti autonomi in Europa.

 

“Il Comune di Verona è impegnato a sostenere attivamente il percorso di conquista dei diritti sociali da parte dei lavoratori veronesi valutando la possibilità di fornire gli spazi dove creare la Casa del Rider, un luogo dotato dei servizi minimi indispensabili a riunirsi, rendere meno disagevoli le attese tra un servizio e l’altro e ristorarsi – sottolinea l’assessora Elisa La Paglia –. Se ne stanno occupando i colleghi Buffolo e Bertucco per le rispettive competenze, sono al vaglio diverse ipotesi, la decisione verrà presa collegialmente coinvolgendo anche i rider”.