Bigon (Pd): “Fatto grave la rottura tra Fimmg e Regione del Veneto. A Verona 197 zone carenti, serve personale amministrativo e procedere con la legge per la specializzazione universitaria”.

Pubblicato da il 14 Febbraio 2024

“La rottura tra Fimmg è un fatto grave, il portato di anni di mancata o errata programmazione testimoniato dalla situazione drammatica delle zone carenti, ancora lungi dalla sua soluzione dopo tutti questi anni” – Così commenta la Consigliera regionale del Pd Anna Maria Bigon, che a marzo 2022 aveva presentato una mozione, mai discussa, in cui si impegnava la Giunta “a sostenere economicamente i medici di medicina generale che, per l’espletamento delle incombenze burocratiche e indipendentemente dal massimale individuale di assistiti, intendono avvalersi di personale amministrativo di supporto adeguatamente formato”
Non solo: abbiamo presentato una proposta di legge sulla specializzazione universitaria per i medici di medicina generale, al fine di rendere la professione attrattiva e incentivarne la scelta da parte dei neolaureati. Anche quella proposta, tuttavia, deve ancora essere discussa.

Dopo quasi due anni, rileva la Consigliera dem, la situazione resta molto critica “Le zone carenti, nell’Ulss 9, sono ben 197 secondo il Decreto del Direttore dell’Area sanità e sociale n. 1 del 4 ottobre 2023. Le carenze sono particolarmente significative nella città di Verona la quale, insieme a pochi comuni contermini, pesa con 67 zone carenti. Anche nella zona del Baldo – Garda la situazione resta critica, con 30 zone carenti in un’area estesa e con una densità abitativa ridotta. Per la montagna sono 4 le zone carenti mentre sono 71 per l’Est veronese e 25 nella Bassa veronese”.

Con una struttura adeguata di supporto i medici di medicina generale potrebbero aumentare il numero di assistiti, dando la possibilità ai cittadini veneti di tornare ad avere una risposta territoriale.
Le 7 ore settimanali proposte dalla Regione sono assolutamente insufficienti, mentre potrebbe essere da questa accolta la richiesta di avere almeno 14 ore settimanali. Insieme al Gruppo Pd in Consiglio regionale ho proposto una figura part time 20 ore settimanali  per ogni medico.
Anche in sede di bilancio abbiamo fatto presente il problema e la necessità di questo intervento.
Occorre intervenire ora, altrimenti gli oltre 400 mila cittadini attualmente senza medico di famiglia saranno destinati ad aumentare, costretti a rivolgersi al privato o ad intasare sempre di più i Pronto Soccorso. Un cortocircuito di cui la Regione è pienamente responsabile”.