IL PUNTO DEL SEGRETARIO

Pubblicato da il 19 Giugno 2021

Coerenza e verità per riprogettare il futuro di Verona

L’ultima amministrazione di Verona capoluogo è cominciata nel 2017 con un Sindaco presentatosi come “civico”, aperto alla società civile, dichiaratamente contrario alla logica dell’uomo solo al comando, in antitesi con il decennio tosiano, e che giurava che avrebbe svolto un solo mandato. A distanza di quattro anni ci ritroviamo invece con un Sindaco iscritto al partito più a destra dell’arco costituzionale, nostalgico e illiberale come Fratelli d’Italia, e che punta chiaramente ad una ricandidatura. Ma il Sindaco non è cambiato, è sempre la stessa persona. Tutto legittimo, ma la coerenza?
Non sfuggono i movimenti interni al centrodestra, che tradizionalmente avvengono sulla base dei sondaggi, ora molto favorevoli a Fratelli d’Italia. L’ “opa” lanciata dalla Meloni su Verona e il Veneto, e il passo di lato di Salvini, fa masticare amaro i leghisti nostrani soprattutto dopo l’ultima comparsata in città del loro leader nella quale ha dato il “nulla osta” al secondo mandato di Sboarina. Ma dietro alla politica ci sono o ci dovrebbero essere degli uomini e delle donne: perché, dunque, promettere determinate cose e poi agire in direzione contraria?
L’art. 54 della Costituzione chiede ai cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche di svolgerle con disciplina ed onore.
Dove sta l’onore nello spropositato numero di cambi di casacca a cui abbiamo assistito in questi anni nel campo dei consiglieri della maggioranza del capoluogo, ma anche in un buon numero di Sindaci della provincia? Dove sta il rispetto per gli elettori di un centrodestra più attento a spuntare piccoli incarichi e a riposizionarsi in chiave elettoralistica che a portare avanti proposte e idee per la città?

Hanno diritto a chiedere conto di tutte queste giravolte politiche e umane, ad esempio, i lavoratori della Fondazione Arena: gli era stato promesso ascolto e coinvolgimento mentre ora gli stagionali per continuare a lavorare devono firmare un controverso verbale di conciliazione preventiva che li impegna a non fare causa alla Fondazione al termine del contratto. Oppure gli abitanti della zona sud della città che, al di là dello specchietto per allodole del Central Park, destinato solo in parte a verde pubblico fruibile, dovranno fare i conti con una cementificazione cieca dei quartieri che renderà la viabilità sempre più caotica e lontana dagli standard europei. Promesse al vento.
E’ in questo contesto difficile, dove si afferma tutto e il suo contrario, e con gli organi di informazione sempre più omologati a chi detiene il potere, che il Pd e il centrosinistra devono sforzarsi di portare parole di verità e di serietà all’attenzione dei veronesi.
Nonostante fantasiose ricostruzioni di taluni organi di informazione che mirano ad accreditare un PD subalterno e immobile, in realtà siamo impegnati da tempo nel paziente lavoro di costruzione di un’ampia coalizione, che indichi l’alternativa a chi amministra ora e sappia proporre alla città una prospettiva di crescita, sviluppo economico e sociale, miglioramento della qualità della vita, che si presenti compatta alle amministrative del 2022 per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale della città capoluogo.

Senza di essa sarà difficile tentare di vincere le prossime amministrative.
L’impegno categorico, che come segretario provinciale sto seguendo (non da solo) per questo obiettivo, è di evitare ogni deriva che mostri una politica vissuta come un fatto personale, basata solo sulla convenienza individuale e su mediocri calcoli contingenti, come sembrano mostrare con il loro agire i tanti che cambiano casacca con estrema facilità e frequenza.
Si diceva che un buon politico non pensa solo al successo del suo partito ma al futuro del suo Paese; oggi vedo che prevalgono i politici che non pensano nemmeno alle prossime elezioni ma solo al prossimo sondaggio o al prossimo post da pubblicare sui social.
Io non intendo seguire questa deriva, perché sottrae ai soggetti politici l’iniziativa che l’impianto costituzionale riserva loro, sebbene a Verona sembri che la linea politica la debba dettare questo o quel “fine pensatore” che trova ospitalità in certa stampa, sempre avara di notizie sul tanto operato del PD e prodiga invece di ricostruzioni per far perdere valore al nostro partito. Nel nostro paese la libertà di espressione è sacrosanta, come lo è la proprietà privata: quindi chi trova ospitalità sui giornali lo fa se ottiene il consenso dell’editore/proprietario…ma per me una stampa libera è ben altra cosa. E quando certi organi di informazione si mettono al servizio di una descrizione della politica fatta di intrighi e sotterfugi, immaginando scenari inesistenti, non fanno altro che demonizzarla, dandone un’immagine inquietante.
La mia preoccupazione in questo senso è stata bene espressa dal politologo americano Matthew Flinders, quando ha scritto che stiamo svuotando di significato gli incentivi indispensabili ad attrarre le persone migliori di tutti i campi e a convincerle ad impegnarsi nella politica e all’assunzione di responsabilità nelle cariche pubbliche. La demonizzazione della politica spinge le persone normali ad allontanarsene, lasciando campo a individui ambiziosi e socialmente privilegiati, che possono anche arrecare danno.
Noi del PD veronese siamo diversi ma dobbiamo renderlo visibile, solo così sapremo essere l’alternativa credibile a quanti hanno malgovernato Verona negli ultimi quindici anni. Sono in molti a chiederlo.

Maurizio Facincani
segretario provinciale