La chiusura del Camploy ripropone il tema dell’emergenza abitativa Oltre ai giacigli notturni, servono soluzioni strutturali per giovani e lavoratori poveri

Pubblicato da il 31 Maggio 2021

Non avevamo alcun dubbio sulla capacità dei servizi sociali comunali di sopperire nel migliore dei modi alla chiusura temporanea dell’asilo notturno del Camploy. Tuttavia, analizzando più da vicino la composizione degli ospiti dei dormitori comunali, pare emergere forte ed evidente la necessità di una risposta più strutturale al problema dell’emergenza abitativa che non sia soltanto l’offerta di un giaciglio notturno a chi ne ha bisogno.
Basta parlare con gli operatori per rendersi conto che, nella grande maggioranza dei casi, chi chiede un riparo per la notte non risponde più al cliché del clochard senza tetto o dell’immigrato irregolare. Al contrario, risulta in buona parte trattarsi di lavoratori poveri, italiani o stranieri, impiegati in agricoltura o nei servizi (gli stessi che tanto hanno fatto parlare si sé durante il lockdown quando mancavano nelle campagne veronesi) i quali, pur lavorando, non riescono a trovare una soluzione abitativa autonoma, sia per mancanza di garanzie sia anche a causa di un mercato immobiliare ingessato e prudente.
Per molti versi vivono gli stessi problemi di autonomia ed indipendenza che incontrano anche i nostri giovani, con la decisiva differenza che non possono contare sull’aiuto di mamma e papà che se li tengano a casa.
Va sottolineato, dunque, che sarebbe proprio questo il momento di incrociare tali criticità, prima che il disagio sociale si trasformi in emergenza e devianza con le classiche scene di persone che dormono sulle panchine o negli edifici abbandonati e che si lavano alle fontanelle pubbliche che tanto e giustamente allarmano e impensieriscono la cittadinanza.
Come si fa? A lungo termine con una politica urbanistica più lungimirante che includa anche progetti mirati di edilizia popolare ed housing sociale, senza creare dei ghetti.
E nel breve periodo, fornendo sostegno e sgravi alle associazioni che già operano in tal senso sul territorio. Abbiamo anche nel veronese esempi di associazioni che affittano in prima persona gli alloggi per poi girarli a chi ne fa domanda facendosi garanti in tutto e per tutto nei confronti dei proprietari. Il disagio sociale si affronta con il buon cuore ma anche con le buone idee e le buone pratiche.

I Segretari Pd Verona, provinciale e cittadino
Maurizio Facincani e Luigi Ugoli

Il gruppo consiliare comunale Pd
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani