Bigon:“La Regione Veneto si impegni maggiormente per aiutare concretamente i ragazzi affetti da autismo e le loro famiglie. Ho presentato un’interrogazione.”

Pubblicato da il 1 Giugno 2020

La Regione Veneto si impegni maggiormente per aiutare concretamente i ragazzi affetti da autismo e le loro famiglie. Ho presentato un’interrogazione.

 

Il lockdown e le restrizioni che tutt’ora persistono per la nostra salute ci impegnano e ovviamente ci pesano sopratutto psicologicamente, ma ci sono persone che più di altre soffrono questa situazione e abbiamo il dovere come istituzioni di assistere sia loro che le loro famiglie: proprio per questo ho presentato in Regione un’interrogazione, sottoscritta dalla vice capogruppo Francesca Zottis e dal collega Andrea Zanoni, per chiedere che la Regione Veneto sostenga maggiormente i ragazzi autistici e le loro famiglie. Il supporto a distanza non basta.

 

I ragazzi autistici e le loro famiglie non devono essere lasciati ancora soli: non è possibile, per esempio, che l’assistenza domiciliare in sostituzione di quella scolastica sia a discrezione del distretto sanitario di appartenenza e non sempre attuabile a causa della carenza di operatori. Il supporto a distanza, soprattutto per i casi più gravi, è insufficiente.

Continuano arrivarci segnalazioni da parte delle famiglie e delle associazioni che si occupano di questa difficile realtà.

 

Fin dalla chiusura delle scuole, tre mesi fa, la Regione avrebbe dovuto intervenire facendosi carico del problema. In assenza di un sostegno pubblico, i genitori sono stati costretti a rivolgersi a professionisti privati sia per la presa in carico che per la predisposizione di un progetto educativo individualizzato in collaborazione con il neuropsichiatra di riferimento. Ma, senza indicazioni chiare valide per tutti, ogni professionista e ogni cooperativa hanno agito in modo indipendente. Inoltre associazioni e famiglie lamentano l’assenza di protocolli chiari riguardanti la sicurezza sanitaria, così come di contributi economici per l’assistenza domiciliare che compensi innanzitutto l’impossibilità della partecipazione alla didattica a distanza.

In attesa di un ritorno alla normalità anche per le attività scolastiche, è necessario assicurare subito un sostegno concreto per ragazzi e genitori. Non possono restare ancora 3-4 mesi in queste condizioni.