Rimodulare una ripartenza sostenibile della vita economica e produttiva.

Pubblicato da il 28 Maggio 2020

Mentre a Verona l’Arpav, Agenzia regionale per l’ambiente, rende noto l’abbattimento delle sostanze nocive nell’aria nel periodo del lokdown, l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) nel suo ultimo rapporto stima che, a causa della riduzione della richiesta di energia dovuta al rallentamento delle attività umane a causa dell’emergenza Covid-19, per quest’anno le emissioni di CO2 e di gas serra saranno dell’8% più basse rispetto al 2019. Una riduzione così marcata non si era mai verificato dalla fine della seconda guerra mondiale.
D’altro canto, gli studiosi dei cambiamenti climatici sono concordi nel ritenere che per limitare il riscaldamento globale a meno di 1,5 °C entro il 2100 sia necessario che, da qui al 2030 almeno, le emissioni vengano dimezzate, con una diminuzione annua di CO2 di almeno del 7,6%. Dunque, quest’anno, a causa del Covid-19, per la prima volta verrà rispettato un calo di emissioni di CO2 in linea con gli obiettivi previsti dall’accordo di Parigi per il contenimento del riscaldamento globale.
Questa situazione deve fare riflettere la politica: tra tante drammaticità portate dal Covid-19, almeno essere in grado di cogliere l’opportunità di rimodulare la ripartenza della vita economica e produttiva, mantenendo la riduzione delle emissioni di CO2 e delle altre sostanze nocive per la salute. Ma come fare?
L’ecobonus del 110% per la riqualificazione energetica degli edifici, previsto dal decreto rilancio, è certamente un’ottima iniziativa, che mette assieme gli interessi del settore edilizio con quelli dell’ambiente, così come sono un’ottima iniziativa gli incentivi per l’acquisto di biciclette e monopattini elettrici. Ma da soli questi ecobonus non sono sufficienti.
Una grande opportunità per l’Unione europea, e quindi per il nostro Paese, nel momento in cui si sta decidendo di rendere disponibili enormi quantità di danaro per il rilancio dell’economia, è quella di riprendere in mano con determinazione il “Green Deal” della nuova Commissione, per finanziare adeguatamente il “disaccoppiamento” tra crescita economica e sfruttamento delle risorse naturali. E l’attenzione che su questo metterà il Partito Democratico può essere di estrema importanza per raggiungere lo scopo.
Importante è anche che il nostro Partito faccia sua, e la porti in sede di Governo, la proposta di Legambiente di inserire nel Piano Energia e Clima la road map per la cancellazione dei sussidi alle fossili entro il 2025. Si tratta di un risparmio di oltre 18 miliardi di euro che potrebbero essere utilizzati per sostenere la ricerca e lo sviluppo sostenibile.
Ma un ruolo importante la politica può giocarlo anche a livello regionale e locale. Per esempio sul tema della mobilità dei trasporti, ammodernando la rete pubblica, incentivando la rottamazione dei veicoli inquinanti e facilitando la mobilità ciclabile e pedonale.
Su questi temi, alcune regioni sono più avanti della nostra, e non mi riferisco solo alle regioni avanzate del centro-nord Europa, con le quali il gap è notevole, ma anche a quelle confinanti, come la Lombardia e il Friuli V.G., dove per esempio acquistare un’auto elettrica costa meno che in Veneto, grazie ai maggiori incentivi regionali cumulabili con quelli statali.
Il nuovo Piano regionale dei trasporti (PTR Veneto), presentato dalla Giunta Regionale nel settembre scorso, dopo trent’anni di attesa, non è stato ancora approvato dal Consiglio, mentre il grande progetto di dotare la Regione di un Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR) è stato definitivamente affossato a vent’anni dall’inizio dei lavori e dopo un miliardo di euro inutilmente spesi. E una delle più importanti linee ferroviarie regionali, Rovigo-Verona, gestita direttamente dalla Regione attraverso “Sistemi Territoriali”, anche quest’anno è stata classificata tra le dieci peggiori d’Italia e utilizza ancora treni a motore diesel.
Un contributo importante, da discutere nei comuni della provincia e nelle circoscrizioni cittadine, sui contenuti della mobilità sostenibile, viene dai Circoli PD della Valpolicella, con la proposta di promuovere l’uso di mezzi ecologici, quali la bicicletta e tutti i dispositivi di tipo elettrico, dalla bicicletta elettrica al monopattino, con incentivi all’acquisto per tutti, e non solo per i residenti delle grandi città, e con interventi di adattamento delle reti stradali, assicurando maggiore spazio e sicurezza alla ciclabilità.

Gianfranco Falduto
Responsabile Area economia e lavoro PD Verona.