Temporary Bar: a pochi giorni dalle riapertura i fatti ci danno ragione

Pubblicato da il 24 Maggio 2020

A cinque giorni dalla riapertura dei bar si tocca con mano la criticità sui cui la sottoscritta insiste da più di un mese: il “movimento” di persone che ruota attorno ai locali serali, la cosiddetta movida, può essere posto in condizioni di sicurezza soltanto se ai clienti si fornisce la possibilità di restare comodamente seduti a chiacchierare.
Per questo motivo, ampiamente prevedibile e previsto, il 17 aprile scorso avevo illustrato un progetto di temporary bar da realizzarsi sulle aree verdi comunali che, come nel caso dei Bastioni, sono già collaudate per questo tipo di manifestazioni.

Non si comprende perché questa proposta sia stata bene accolta e valutata positivamente da altre amministrazioni comunali e anche a privati, che in qualche caso a loro volta l’hanno riproposta ad altri comuni, ma non dall’amministrazione comunale di Verona.
Il difetto non sta nel progetto, che secondo alcuni sarebbe troppo complesso. Al contrario, il difetto sta nell’amministrazione che troppo superficialmente si è illusa, ed ha illuso, che una mascherina e la raccomandazione del metro di distanza fossero “misure” più che sufficienti a far riprendere la vita notturna cittadina e che non fosse dunque richiesto nessuno sforzo supplementare di idee o di iniziativa.

I fatti, e le considerazioni fatte dallo stesso Prefetto di Verona, ci dimostrano che non è così e che l’intero settore ora è a rischio di una stretta.
Prima che si passi dalla superficiale tolleranza alla irragionevole repressione, invito pertanto l’amministrazione a riconsiderare il mio progetto  che nel frattempo ho affinato, tenendo conto che esso presenta l’indubitabile vantaggio di aprire una porta anche al ritorno delle esibizioni dal vivo degli artisti veronesi.

In estrema sintesi, l’obbiettivo è di aumentare i posti a sedere a disposizione delle singole attività, creando luoghi dove le persone possano incontrarsi e gli eventi svolgersi in piena sicurezza. Può essere un concerto dal vivo ma anche il festeggiamento di un matrimonio. Apriamo dunque i parchi e le aree verde della città alle attività di ristorazione e bar, pizzerie, pub, osterie. Con un’unica conferenza dei servizi, previa verifica sugli impianti idraulici ed elettrici, con un’unica procedura il Comune può dare permessi agevolati per 120 giorni all’anno sugli spazi ricavabili in parchi ed aree verdi adatte allo scopo. Tra Ponte Catena, Porta Fura, i Bastioni, parchi e giardini di quartiere, ad esempio il parco di Villa Pullè, abbiamo contato almeno 17 aree potenzialmente utili. Senza contare la possibilità di fruire anche dei cortili di scuole attualmente chiuse che hanno il vantaggio di essere dotati di servizi, talvolta anche di cucine industriali, e nessuna barriera architettonica.

Elisa La Paglia, consigliera comunale Pd