Annullamento delle mozioni omofobe del 1995

Pubblicato da il 26 Settembre 2018 0 Commenti



La Legge 76 del 20 maggio 2016, meglio nota come legge Cirinnà, stabilisce senza possibilità di equivoco che, in leggi, regolamenti e atti amministrativi, ovunque ricorrano le parole “coniuge”, “coniugi” o termini equivalenti, le disposizioni relative si applicano anche ai contraenti di unione civile tra persone dello stesso sesso.

Questa disposizione, che non ha finalità ideologiche specificando la legge che la cosiddetta parificazione vale “al solo fine di assicurare l’effettività della tutela dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi derivanti dall’unione civile” è entra in rotta di collisione con le famigerate mozioni omofobe del 1995 (quelle sì, ideologiche) le quali puntano a vietare all’amministrazione di “deliberare provvedimenti che parifichino i diritti delle coppie omosessuali a quelli delle famiglie naturali costituite da un uomo e una donna”.

Siccome compito principale dei Comuni è di amministrare e non fare ideologia politica, è chiaro che le mozioni omofobe sono diventate un fastidioso intralcio all’effettiva applicazione dei diritti e doveri previsti dalla Cirinnà a Verona, pertanto chiedo al Consiglio comunale di prenderne atto e di annullare le mozioni in contrasto con la legge vigente.

Federico Benini, consigliere comunale Pd

Allegato: mozione depositata

 

 

Verona, 25/09/2018

 

Al Signor Ciro Maschio

Presidente del Consiglio Comunale

Verona

 

 

MOZIONE

 

 

Oggetto: annullamento mozione 336 del 1995

 Il Consiglio Comunale

 

Premesso che l’articolo 3 della Costituzione Italiana recita “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”

 

Considerato che pure l’articolo 2 della nostra Costituzione sottolinea che “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”

 

 

Tenuto conto che sulla base di questi articoli è stata approvata dai due rami del parlamento e promulgata dal Presidente della Repubblica la legge 76 del 20 maggio 2016 che al primo comma recita:

“La presente legge istituisce l’unione civile tra  persone  dello stesso sesso  quale  specifica  formazione  sociale  ai  sensi  degli articoli 2  e  3  della  Costituzione  e  reca  la  disciplina  delle convivenze di fatto.”

 

E il comma 20 della medesima legge recita:

 

“Al solo fine di  assicurare  l’effettivita’  della  tutela  dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi  derivanti  dall’unione civile tra  persone  dello  stesso  sesso,  le  disposizioni  che  siriferiscono al matrimonio e  le  disposizioni  contenenti  le  parole «coniuge», «coniugi» o termini equivalenti, ovunque  ricorrono  nelle leggi, negli atti aventi forza  di  legge,  nei  regolamenti  nonche’ negli atti amministrativi e nei contratti  collettivi,  si  applicano anche ad ognuna delle parti  dell’unione  civile  tra  persone  dello stesso sesso”

Visto tuttavia che  il Consiglio Comunale in data 14 luglio 1995 ha approvato la mozione 336, che impegnava “l’amministrazione comunale a non deliberare provvedimenti che parificassero i diritti delle coppie omosessuali a quelli delle famiglie “naturali” costituite da un uomo e una donna

IMPEGNA

La Giunta Comunale ad annullare la mozione 336 e i suoi effetti, approvata in data 14 luglio 1995, in quanto il contenuto della stessa contrasta fortemente con gli articoli 2 e 3 della nostra Costituzione e con la successiva legge nazionale

 

F.to Il Consigliere  Federico Benini