Annullamento delle mozioni omofobe del 1995
La Legge 76 del 20 maggio 2016, meglio nota come legge Cirinnà, stabilisce senza possibilità di equivoco che, in leggi, regolamenti e atti amministrativi, ovunque ricorrano le parole “coniuge”, “coniugi” o termini equivalenti, le disposizioni relative si applicano anche ai contraenti di unione civile tra persone dello stesso sesso.
Questa disposizione, che non ha finalità ideologiche specificando la legge che la cosiddetta parificazione vale “al solo fine di assicurare l’effettività della tutela dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi derivanti dall’unione civile” è entra in rotta di collisione con le famigerate mozioni omofobe del 1995 (quelle sì, ideologiche) le quali puntano a vietare all’amministrazione di “deliberare provvedimenti che parifichino i diritti delle coppie omosessuali a quelli delle famiglie naturali costituite da un uomo e una donna”.
Siccome compito principale dei Comuni è di amministrare e non fare ideologia politica, è chiaro che le mozioni omofobe sono diventate un fastidioso intralcio all’effettiva applicazione dei diritti e doveri previsti dalla Cirinnà a Verona, pertanto chiedo al Consiglio comunale di prenderne atto e di annullare le mozioni in contrasto con la legge vigente.
Federico Benini, consigliere comunale Pd
Allegato: mozione depositata
Verona, 25/09/2018
Al Signor Ciro Maschio
Presidente del Consiglio Comunale
Verona
MOZIONE
Oggetto: annullamento mozione 336 del 1995
Il Consiglio Comunale
Premesso che l’articolo 3 della Costituzione Italiana recita “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”
Considerato che pure l’articolo 2 della nostra Costituzione sottolinea che “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”
Tenuto conto che sulla base di questi articoli è stata approvata dai due rami del parlamento e promulgata dal Presidente della Repubblica la legge 76 del 20 maggio 2016 che al primo comma recita:
“La presente legge istituisce l’unione civile tra persone dello stesso sesso quale specifica formazione sociale ai sensi degli articoli 2 e 3 della Costituzione e reca la disciplina delle convivenze di fatto.”
E il comma 20 della medesima legge recita:
“Al solo fine di assicurare l’effettivita’ della tutela dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi derivanti dall’unione civile tra persone dello stesso sesso, le disposizioni che siriferiscono al matrimonio e le disposizioni contenenti le parole «coniuge», «coniugi» o termini equivalenti, ovunque ricorrono nelle leggi, negli atti aventi forza di legge, nei regolamenti nonche’ negli atti amministrativi e nei contratti collettivi, si applicano anche ad ognuna delle parti dell’unione civile tra persone dello stesso sesso”
Visto tuttavia che il Consiglio Comunale in data 14 luglio 1995 ha approvato la mozione 336, che impegnava “l’amministrazione comunale a non deliberare provvedimenti che parificassero i diritti delle coppie omosessuali a quelli delle famiglie “naturali” costituite da un uomo e una donna
IMPEGNA
La Giunta Comunale ad annullare la mozione 336 e i suoi effetti, approvata in data 14 luglio 1995, in quanto il contenuto della stessa contrasta fortemente con gli articoli 2 e 3 della nostra Costituzione e con la successiva legge nazionale
F.to Il Consigliere Federico Benini