Ripensare la mobilità a Verona – Diego Zardini: «Gli strumenti ci sono»

Pubblicato da il 12 Febbraio 2018 0 Commenti

«Il Comune di Verona utilizzi i finanziamenti del Governo per servizi che consentano ai cittadini di preferire trasporti pubblici e biciclette alle auto». Il deputato veronese Diego Zardini sollecita l’amministrazione ad affrontare i problemi di traffico e inquinamento che affliggono Verona combinando idee e progetti elaborati ormai da oltre un decennio e sfruttando le risorse messe a disposizione dal Ministero dei Trasporti.

«In queste settimane si discute di sosta selvaggia», dice Zardini. «In particolare Borgo Trento è assediata dalle auto. Eppure le risorse e i progetti per affrontare questa emergenza che causa ingenti perdite economiche e di tempo per i residenti, ci sono. Ogni anno il Comune incassa oltre 15 milioni di euro per le infrazioni, a cui si aggiungono gli introiti delle soste». Se aggiungiamo i finanziamenti del governo per la mobilità alternativa (1 milione di euro), i contributi per il trasporto pubblico e per la ciclabilità, conferma il deputato veronese, «abbiamo a disposizione gli strumenti per affrontare i nodi che ormai ci trasciniamo da due decenni».

– Filobus. È l’opera più urgente ed essenziale, ma necessita di una profonda rivisitazione. Deve essere prolungato fino a Parona come chiesto all’unanimità dalla Seconda Circoscrizione e dal Consiglio Provinciale ancora sette anni fa. Il parcheggio scambiatore di Ca’ di Cozzi va sostituto con uno a nord di Parona che serva sia il capolinea sia la stazione ferroviaria.

– Ferrovia. Una volta che, grazie alle linee alta velocità e alta capacità quando saranno realizzate, la linea storica sarà dismessa e potrà costituire un ulteriore sistema di collegamento tra le zone della città e dell’area metropolitana, integrandosi con il trasporto pubblico. In particolare si potrebbero collegare la stazione di Parona, con Porta Nuova e Porta Vescovo con una linea forte est ovest ad alta frequenza. La fermata ferroviaria di Parona va riaperta e inserita in un sistema ferroviario metropolitano il cui studio va elaborato in accordo con Rfi per la parte tecnica, con Trenitalia per il modello di servizio e con il Ministero per il reperimento delle risorse.

– Ciclabilità. Nel piano triennale delle opere erano previste risorse per l’ampliamento del bike sharing, coperte a fine 2017 con i finanziamenti ricevuti dal Governo sul piano Casa-Scuola e Casa-Lavoro. Quelle somme devono essere reinvestite a favore di un piano complessivo della ciclabilità realizzato coinvolgendo le associazioni che negli anni hanno già formulato proposte in questo senso.

«Il nostro impegno per la prossima legislatura, conclude Zardini, «sarà quello di mettere insieme tutti i soggetti che possono contribuire a risolvere i problemi, dall’amministrazione ai ministeri».