D’Arienzo: Collettore Lago di Garda, si parte.

Pubblicato da il 2 Agosto 2017 0 Commenti

Per la realizzazione del nuovo collettore fognario del Garda, ci sono importanti novità: confermato il finanziamento statale di 100 milioni di euro, entro l’anno sarà stipulato un accordo di programma tra Ministero Ambiente, le Regioni Veneto e Lombardia e gli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) di Verona e Brescia. Sarà la base di partenza per ogni azione e intervento da concretizzare.
L’accordo di programma è, nei fatti, il piano tecnico-operativo e cronoprogrammatico in cui saranno stabiliti gli impegni di ciascun attore, sia a livello organizzativo sia di copertura economica dei costi. Sarà nell’accordo che si decideranno i tempi di progettazione definitiva e di realizzazione dell’infrastruttura.
Intanto, al fine di costruire i contenuti dell’accordo, ciascun ATO dovrà programmare la ripartizione dei lavori, i tempi di realizzazione, la copertura finanziaria. Questo lavoro di programmazione sarà poi fissato nell’accordo di programma.
Il collettore è un’ opera strategica per noi è per l’Italia. Sono molto soddisfatto per il risultato frutto di un impegno costante. Il Governo doveva fare qualcosa e l’ha fatta finanziando la metà dei costi necessari, adesso le due Regioni devono fare altrettanto per la parte restante.
Questo importante passo avanti chiarisce anche chi sono i soggetti protagonisti: Regioni e Ambiti Territoriali Ottimali. Sono questi che porteranno avanti tutti i passaggi necessari.
Avevo ragione, nessun altro soggetto, anche se caratterizzato da requisiti sostanzialmente istituzionali, come l’Associazione Temporanea di Scopo (ATS) costituita tra i Comuni del Lago di Garda, poteva e può avere compiti operativi come, al contrario, era stato chiesto e preteso da alcuni.
Una cosa sono le lobby positive, tra le quali annovero l’Associazione dei Comuni del Garda, che perora un obiettivo, altro è la legge che stabilisce i soggetti attuatori.
In passato, di fronte a quella richiesta formulata dall’ATS, avevo chiesto al Governo che indicasse un Commissario governativo per la gestione dei fondi nazionali.
Adesso che la cosa è stata pienamente chiarita, come avevo sempre sostenuto, penso che la  richiesta di un commissario sia venuta sostanzialmente meno, perché il percorso scelto garantisce, per legge, tutti i requisiti necessari.