On. Diego Zardini: appello ai sindaci del Parco della Lessinia sulla proposta Valdegamberi‏

Pubblicato da il 1 Febbraio 2017 0 Commenti

Sulla proposta Valdegamberi per ridurre di circa il 50% delle aree agro-silvo-pastorali ad elevata tutela ambientale, per trasformarle in aree cosiddette contigue, il che permetterebbe una maggiore elasticità a cominciare dai permessi di costruzione l’onorevole Zardini è intervenuto con una lettera aperta ai sindaci del Parco della Lessinia, i 13 della provincia di Verona e i 2 della provincia di Vicenza.
 

Scrive Zardini: “leggo che oggi vi trovate per parlare della proposta della Regione sulla riduzione delle aree tutelate. So quanto è difficile amministrare territori stupendi, ma difficili come il vostro. Ampi superfici, poche infrastrutture e servizi, risorse insufficienti. L’ambiente montano è un tesoro per tutto il paese, una risorsa ma toppo spesso non viene riconosciuto. I vostri cittadini che voi ben rappresentate vi chiedono conto. Per questa ragione abbiamo cercato di riconoscervi questo ruolo dandovi il giusto protagonismo sui Fondi dei comuni di confine. Sul Parco possiamo dire che ci sono comuni coinvolti dalla quasi totalità del territorio ed altri coinvolti solo marginalmente e questo è tema vivo. Nelle importanti decisioni che dovrete liberamente accingervi a prendere vi volevo informare che il Parlamento nella Commissione Ambiente di cui faccio parte, sta votando una legge di riforma sulle aree protette con relatore l’onorevole Borghi già presidente Uncem. La riforma vuole semplificare da un lato le regole di gestione, mettere al centro gli enti locali che amministrano, introdurre finalmente il pagamento dei servizi ambientali ed ecosistemici svolti dalle aree protette verso tutti col principio che la comunità deve riconoscere questi servizi anche economicamente, risolvere il problema della presenza di nocivi. Tutto ciò però con l’obiettivo di tutelare e valorizzare la conservazione della biodiversità. Riterrei quindi opportuno che la normativa regionale non facesse strappi probabilmente impugnabili, rispetto alla legge quadro nazionale, quale sarebbe la proposta in discussione, ma potesse invece coordinarsi e favorirsi“.