Copertura Arsenale: un deja vu imbarazzante

Pubblicato da il 20 Dicembre 2016 0 Commenti

Il progetto di riqualificazione dell’Arsenale presenta una particolarità fino ad oggi sfuggita ai non addetti ai lavori: la tanto decantata copertura in vetro e ceramica sulla corte centrale sarebbe molto simile ad altre recenti realizzazioni architettoniche in giro per l’Europa, in particolare assomiglierebbe molto al bel progetto eseguito dallo studio Barozzi-Veiga per la Philharmonic Hall di Szczecin (Stettino) in Polonia, di cui alleghiamo una immagine di confronto.
Ora, al di là dei gusti personali che, come si sa, non si discutono, perché quel progetto sarebbe più bello della proposta presentata per l’Arsenale? A nostro parere i motivi sono due: primo, il confronto indebolisce gli argomenti che fino ad oggi ci avevano parlato dell’unicità e dell’esclusività di questa soluzione.
Secondo, perché il quel contesto le punte richiamano giustamente le caratteristiche inclinazioni delle coperture degli edifici tradizionali di quella città, mentre da noi, a Borgo Trento cosa ci rappresentano? Non abbiamo le Alpi in vista come in Trentino, richiamate dai profili del Muse, i nostri monumenti e gli edifici tradizionali hanno una impronta romana, veneziana o austriaca.
Ecco forse spiegate le perplessità e la sensazione estraniamento provata di molti veronesi di fronte a questa soluzione. Con ciò non pretendo di trovare sensibilità in una giunta che promuove anche la copertura dell’Arena e di Via Mazzini, però ribadisco che sarebbe certamente utile discuterne con la città, oltre a tutte le altre criticità che come opposizione abbiamo segnalato, prima di arrivare ad una decisione senza possibilità di ritorno.

Elisa La Paglia, consigliere comunale Pd

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