Fondazione Arena: andare oltre lo scontro ideologico

Pubblicato da il 21 Settembre 2016 0 Commenti

La visione di Sandro Veronesi sul ruolo del privato nella cultura è legittima ma poco condivisibile in quanto parte dall’assioma, che non trova riscontro nella realtà, secondo cui il pubblico è sempre sprecone e incapace mentre il privato è sempre vincente ed efficiente. Andando oltre le ideologie, a nostro parere il ruolo del pubblico è insostituibile per il semplice fatto che il privato, facendo il proprio mestiere, tende a valorizzare solo ciò che è più remunerativo in un dato momento, e non è detto che ciò coincida con la cultura e l’interesse generale, come peraltro ricorda la vicenda della copertura dell’anfiteatro Arena, quella sì, realmente anti-storica. Parlando molto concretamente, la cultura a Verona non è solo il festival lirico estivo in Arena, è anche il Filarmonico, un teatro stabile, il Conservatorio e un complesso di istituzioni culturali che hanno conosciuto un progressivo declino per la mancanza di un un interlocutore autorevole in grado di metterle a sistema prima ancora che per la carenza di fondi. E’ poi significativo che questa voglia di privatizzazione sia diventata più pungente da quando il Commissario ministeriale della Fondazione Arena, portando a termine una stagione che pareva irrimediabilmente compromessa, ha fatto intravvedere un barlume di speranza nel futuro della Fondazione Arena. Gli strumenti per la partecipazione dei privati non sono mai mancati, anzi, ultimamente si sono arricchiti anche dell’art-bonus. E per essere onesti non è mai mancato nemmeno il contributo delle categorie economiche nella gestione della Fondazione Arena così come dell’Aeroporto, solo che i risultati non sono sempre stati all’altezza delle aspettative, come ricorda la disastrosa gestione dello scalo veronese da parte di Bortolazzi, che pure era diretta espressione della Camera di Commercio. Ognuno è libero di professare le proprie idee ma giocare continuamente al rialzo e agitare lo spauracchio di pericolosi blocchi politico-sindacali che non esistono più, non fa certo del bene alla città.

Consiglieri Comunali Pd
Michele Bertucco, Eugenio Bertolotti