Ca’ Balestra: richiesta pro ‘principio di precauzione’

Pubblicato da il 20 Marzo 2014 0 Commenti

In attesa delle risposte da parte della Regione in merito al procedimento di VIA, l’on. Zardini, coi colleghi veronesi ed il mantovano On. Carra, ha presentato una nuova interrogazione al Ministero dell’Ambiente per segnalare l’elevata criticità ambientale dell’area destinata ad ospitare la nuova discarica di rifiuti speciali di Ca’ Baldassarre.

L’area di intervento ricade infatti nella fascia di ricarica degli acquiferi ed è dunque fondamentale effettuare in via preventiva alla realizzazione dell’impianto un’approfondita indagine allo scopo di valutare i potenziali rischi di contaminazione e prevedere le possibili conseguenze sulla fruibilità delle risorse idriche.

E’ stato chiesto al Ministero quali iniziative urgenti intende assumere per garantire un adeguato monitoraggio e controllo dell’inquinamento ambientale delle falde idriche per supportare l’istruttoria e il rilascio dei pareri di VIA e AIA richiesti alla Direzione Regionale.

E’ stato sollecitato inoltre l’intervento dei soggetti competenti in materia di controlli ambientali ISPRA e ARPAV al fine di predisporre tale piano.

Diego Zardini dichiara che “tale interrogazione chiama in causa il noto ‘principio di precauzione’: ha infatti lo scopo di impegnare gli enti preposti ad accertare che siano state effettuate le opportune verifiche per gli impatti ambientali e territoriali esistenti e previsti, nonché per gli effetti cumulativi e che siano state prese in considerazione tutte le misure e gli interventi di salvaguardia ambientale, di prevenzione dell’inquinamento ambientale e di tutela della salute umana”.

Nicola Cordioli commenta che “ancora una volta è il Pd che si muove su Ca’ Balestra, anche in parlamento, con Zardini, che conosce benissimo la problematica ed è stato il firmatario di una prima interrogazione in provincia quando era capogruppo e da quella, stimolata dal pd valeggiano, è partita quella intensa ricerca della verità che ha fatto emergere un silenzio dei nostri amministratori che nel 2009 si sono incontrati con adige ambiente ed hanno avuto la certezza che il progetto sarebbe arrivato e non hanno detto nulla a nessuno e fatto nulla per impedirlo. La dice lunga anche l’escussione della fidejussione di quasi 50.000 euro, che è determinante per la dichiarazione di estinzione della cava, che e’ iniziata solo nel 2012, dopo che noi abbiamo presentato una serie di interrogazioni su questo tempo lasciato passare senza blindare il sito e senza alcun contrasto a questo progetto che per la nostra economia, la nostra salute e la nostra acqua potrebbe essere devastante da subito e per molti anni”.