ASSEGNO DI INCLUSIONE: IL GOVERNO FA CASSA SULLE PERSONE IN DIFFICOLTÀ E SCARICA TUTTI GLI ONERI SUI COMUNI

Pubblicato da il 8 Agosto 2023

La riforma o meglio la cancellazione del cosiddetto reddito di cittadinanza, in via di sostituzione con il più leggero e selettivo assegno di inclusione, centra l’obiettivo di scontentare e danneggiare tutti: innanzitutto i percettori di RdC che il Governo Meloni ha scaricato con un sms, ma poi anche i Comuni che verranno chiamati a tamponare le situazioni lasciate per strada dal governo attraverso i loro servizi sociali.

Al di là della retorica populistica che vorrebbe tutti fannulloni in età da lavoro, dietro alla quale il governo cerca di mascherare un grave taglio alla spesa sociale, esistono casi di famiglie in difficoltà oggettive, perché magari alle prese con una malattia o una disabilità in via di certificazione, oppure in età critica per un proficuo ricollocamento nel mercato del lavoro, o ancora perché incastrate nel circuito del lavoro precario. Sono tutte situazioni di vita reale presenti anche nei nostri territori seppure  i beneficiari di Reddito di cittadinanza fossero in numero molto più ristretto che al Sud.

Ma il taglio del governo penalizza fortemente anche i Comuni, che a parità di risorse, e senza essere stati interpellati né tanto meno coinvolti, dovranno ora farsi carico della situazione delle famiglie abbandonate dal governo attraverso i propri servizi sociali. Una deriva favorita anche dal voto della Lega che pure si erge a paladina delle autonomie.

Come Pd lo avevamo già detto in tempi non sospetti e lo avevamo applicato con lo strumento del Reddito di Inclusione: la gestione delle misure di sostegno al reddito va rapportata ai Comuni che con le assistenti sociali sono gli unici in grado di valutare da vicino i bisogni. La riforma scriteriata del Governo Meloni è soltanto una guerra contro i poveri.

Anna Maria Bigon, consigliera regionale Pd