IL PUNTO DEL SEGRETARIO

Pubblicato da il 16 Gennaio 2022

Verona si guarda allo specchio e vede che vuole essere migliore

E’ raro che la nostra città si guardi allo specchio, e quando questo accade l’immagine che vede riflessa nelle cronache dei giornali e telegiornali nazionali in genere non le piace. Si preferiscono le pagine patinate delle guide turistiche che si limitano ad illustrarne le bellezze storico architettoniche oppure i bollettini economici che raccontano i successi della sua economia.
Ma una città che voglia essere una grande città europea, crocevia di scambi politico-culturali oltre che economici, deve aspirare a qualcosa di più, non può limitarsi a bastare a se stessa.
Questa è la “lezione” che possiamo trarre dalla presentazione del libro del giornalista di Repubblica Paolo Berizzi “E’ gradita la camicia nera” proposta venerdì 14 gennaio da Cgil e Anpi all’auditorium di Verona Fiere.
Un testo che ha il merito di non limitarsi a trattare il “caso Verona” ma lo inserisce nel tendenziale imbarbarimento della politica determinato dall’avanzata istituzionale dell’estrema destra verificatasi negli ultimi due decenni a Verona come nel resto d’Italia e dell’Europa, sospinta e favorita dai partiti della destra più tradizionale che a loro volta hanno accentuato i loro tratti populisti e illiberali.
Il segretario nazionale Cgil Maurizio Landini ha insistito molto sulle “radici materiali” di questa tendenziale deriva estremista, che durante la crisi Covid si è legata ai movimenti novax ma la cui origine, secondo Landini, deve esser fatta risalire agli effetti di impoverimento e di svalorizzazione del lavoro determinati dal più vasto fenomeno della globalizzazione.
Alla forza dirompente di tali cambiamenti socio-economici non basta dunque opporre una fiera riaffermazione dei principi democratici, ma occorre proporre anche un nuovo modello di sviluppo.
Per fortuna il Next Generation Eu, il piano di ripresa europeo fortemente voluto e sostenuto dal Partito Democratico, va nella giusta direzione di tenere insieme transizione ecologica delle produzioni e coesione sociale dei territori.
Le prossime elezioni comunali rappresenteranno quindi una sorta di spartiacque per la nostra città: i cittadini saranno infatti chiamati a decidere se restare ancorati al vecchio andazzo della politica veronese, che sfrutta intensivamente il territorio attraverso la cementificazione e rincorre il congestionamento da traffico con la promessa di nuove strade, oppure cambiare completamente registro.
Al nuovo programma del centrosinistra si sta lavorando con unità e vigore, checché se ne dica in giro, per cambiare il volto e l’umore di questa città all’insegna dell’ottimismo e dell’inclusione. Vogliamo riportare sotto la regia pubblica le scelte sulle trasformazioni urbanistiche ed edilizie, finora di fatto delegate ai privati, per perseguire gli obiettivi europei di sostenibilità per una città inclusiva, accessibile, vivibile e capace di dare risposte concrete anche alle famiglie in difficoltà abitativa. Rinnovare il ruolo delle Circoscrizioni, che devono essere parte attiva e protagoniste di questa transizione con nuove competenze e maggiori risorse. Riorganizzare il verde pubblico come fosse una infrastruttura unitaria, provvedendo a collegare fra di loro le varie aree verdi con una rete di percorsi pedonali e ciclabili. Curare l’aspetto della sicurezza urbana non con la propaganda e gli spot elettorali ma assicurando alla città un servizio di vigile di quartiere coadiuvato da un solido sistema di videosorveglianza pubblica.

Questo è il terreno di confronto sul quale vogliamo contrastare il degrado nelle periferie che le politiche del centrodestra degli ultimi decenni hanno contribuito prima a desertificare, lasciando mano libera alla speculazione edilizia, e poi hanno provato a governare con la politica della paura del diverso.
Questa è una parte del nostro impegno per una Verona rinnovata, per dare voce alla parte solidale, progressiva e presentabile della città.

Maurizio Facincani
Segretario provinciale