IL PUNTO DEL SEGRETARIO

Pubblicato da il 24 Ottobre 2021

Sicurezza sul lavoro, giro di vite su chi fa profitto sulla pelle dei lavoratori

Sono entrate in vigore le prime misure del Ministro Orlando e del Governo per il contrasto della piaga degli infortuni sul lavoro, un fenomeno che dalle primissime riaperture post picco Covid di maggio 2020 ha conosciuto una nuova allarmante recrudescenza. 

Nel nostro Paese una media di tre lavoratori al giorno non fa ritorno a casa. È intollerabile.

Secondo gli ultimi dati ufficiali dell’Inail, resi pubblici il 1° ottobre scorso, nei  primi 8 mesi del 2021 le denunce di infortunio sono cresciute nel Paese dell’8,5%  rispetto all’anno precedente: da 322.132 del 2020 a 349.449 del 2021.

Dall’inizio dell’anno gli infortuni mortali sono 722.

La Cgil di Verona ha inoltre evidenziato una situazione ancora peggiore a livello locale: nello stesso periodo il Veneto ha infatti fatto segnare un +18.0% di infortuni denunciati, passati da 37.215 a 43.811, con un aumento altrettanto grave e significativo degli infortuni mortali pari al +21,15%, da 52 a 63 vittime. La provincia di Verona registra +10.17% denunce (da 8.138 a 8.966) con un lieve calo degli infortuni mortali passati da 15 a 14, che sono comunque tanti.

Nei giorni scorsi sono arrivate le prime misure del governo, che imprimono un giro di vite innanzitutto sul lavoro nero: la misura cautelare della sospensione dall’attività imprenditoriale, aggiuntiva rispetto le sanzioni “ordinarie”, scatterà ora per le imprese che impiegano il 10% del lavoro in nero (prima era il 20%). Inoltre non è più prevista la recidiva delle violazioni: per ricevere la sospensione basta che vengano accertate “gravi violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza del lavoro”. Durante il periodo di sospensione, è fatto divieto di contrattare con la pubblica amministrazione.

Il cosiddetto Decreto Fiscale (DL 146/2021) “recante misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili” mette mano anche al potenziamento e allo svecchiamento degli organi di controllo prevedendo un aumento di 1.024 unità del personale degli Ispettorati del lavoro e un investimento in tecnologie informatiche di oltre 3,7 milioni di euro nel biennio 2022/2023.

Viene inoltre aumentato il numero di Carabinieri adibiti alla vigilanza sull’applicazione delle norme di sicurezza sul lavoro e viene rafforzata la banca dati dell’INAIL.

Le misure del Ministro Orlando, che raccolgono le indicazioni dei Sindacati dei lavoratori, sono l’inizio di un percorso che deve portare a disinnescare la drammatica equazione per cui troppo spesso lavoro è uguale a rischio mortale.

I lavoratori hanno diritto di lavorare in condizioni di sicurezza e di poter tornare a casa integri fisicamente e moralmente, ciò che accade già adesso soprattutto nelle aziende meglio organizzate, dove c’è dialogo tra datore di lavoro e rappresentanze dei lavoratori e nelle quali sicurezza e formazione non sono un mero costo ma un fattore che aumenta la competitività dell’azienda.

Lavoro e produzioni di qualità sono la vera frontiera della sicurezza e il faro verso cui orientare e innovare il sistema produttivo; i fondi del PNRR  consentiranno al nostro paese di ricevere una spinta decisiva anche su questo versante.

Maurizio Facincani

Segretario provinciale