Bigon (PD): “Nella Ulss 9 liste di attesa infinite: l’alternativa al privato è smettere di curarsi”

Pubblicato da il 8 Settembre 2021

“Oltre 208mila prestazioni saltate a causa della pandemia, il 64% del totale veneto. La situazione nell’Ulss 9 è allucinante ed è difficile pensare che possano essere recuperate tutte entro l’anno. Con liste di attesa del genere è inevitabile rivolgersi al privato, non solo per la visite ma anche per gli interventi chirurgici. E chi non può permetterselo, ha una sola alternativa: smettere di curarsi”. La denuncia è di Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Partito Democratico e vicepresidente della commissione Sanità, commentando i numeri contenuti nel Piano operativo per il recupero delle liste di attesa.

“È un problema presente in tutto il Veneto, ma nel Veronese appare molto più grave. Continuo a ricevere troppe segnalazioni di persone che non riescono ad accedere al Cup; la sanità pubblica non è in grado far fronte alle richieste di cura dei cittadini. Nell’Ulss 9 la situazione è particolarmente critica anche perché, per esempio, ben il 50% dei posti letto è in mano ai privati. La salute non può essere un business e occorre intervenire tempestivamente a ogni livello per reclutare nuovo personale; la giustificazione che ‘non partecipano ai concorsi’ non può essere un alibi. Bisogna attivarsi su più fronti: da quello universitario a quello economico, reagire e programmare anziché subire la situazione, affidandosi esclusivamente alle convenzioni. Anche perché proseguendo su questa strada, nei prossimi anni le discriminazioni tra cittadini saranno sempre più evidenti”.