Inefficace la legge regionale sul consumo del suolo, Bigon: “Si riporti in Consiglio e si cambi”

Pubblicato da il 19 Agosto 2021

“I numeri parlano chiaro: la legge regionale per il contenimento del consumo di suolo del 2017 è una farsa frutto di populismo e propaganda. Non è in grado di mantenere le promesse di salvaguardia della vivibilità del territorio e di preservazione del paesaggio. Va pertanto riportata in Consiglio Regionale per una profonda revisione”. Così la consigliera regionale Anna Maria Bigon che porrà il tema alla ripresa dei lavori del Consiglio Regionale Veneto.

“I numeri dell’ultimo rapporto del Sistema nazionale per la protezione dell’Ambiente sono impietosi” prosegue. “Ad ormai quasi tre anni di distanza dalla piena applicazione della legge regionale 14/2017 il Veneto resta in testa alle classifiche nazionali per suolo consumato in rapporto alla superficie territoriale: l’11,87% secondo solo alla Lombardia con il 12,08%. Ma se si considera la superficie territoriale regionale al netto delle aree di montagna e delle superfici acquee, l’incidenza del consumo di suolo sale ad un insostenibile 18%. Il Veneto primeggia inoltre per densità di consumo di suolo: il rapporto tra suolo consumato e superficie territoriale è infatti di 3,72 m²/ha contro una media nazionale di 1,72. Dal 2016 al 2020 la nostra regione, sotto la guida di Zaia e della Lega, ha totalizzato un quinto di tutte le trasformazioni registrate a livello nazionale”.

“Tutto ciò è grave perché oltre a deturpare il paesaggio espone la popolazione al rischio idrogeologico per quanto riguarda gli effetti disastrosi di alluvioni, ondate di calore e siccità. Non a caso il Veneto risulta tra le quattro regioni con la maggiore incidenza (il 9%) di suolo artificializzato in aree a pericolosità idraulica. Inoltre tra il 2019 e il 2020 ha fatto registrare il maggiore incremento del consumo di suolo in aree classificate a pericolosità elevata”.

“Colpa di una legge colabrodo costruita sulla base del populismo e della propaganda, che da una parte non è nemmeno in grado di riscontrare la congruenza dei dati trasmessi dai Comuni – come si è evidenziato per il Comune di Verona che ha moltiplicato la superficie trasformabile –  e dall’altra parte offre un miriade di scappatoie, sotto forma di deroghe, alla cementificazione irragionevole e dannosa a scopi speculativi. Va dunque rivisto il Piano Casa, e vanno riviste le deroghe contenute nella 14/2017 che secondo una indagine condotta da Arpav su un significativo campione di comuni Veneti rappresentano quasi il 60% della cementificazione. Vale a dire che ogni 10 ettari edificati, solo 40 avvengono in virtù della legge e ben 60 in virtù delle deroghe. E’ una legge colabrodo che va corretta al più presto” conclude Bigon.