IL PUNTO DEL SEGRETARIO

Pubblicato da il 24 Aprile 2021

25 APRILE: ESSERE LIBERI CON ENTUSIASMO

Il 25 Aprile deve essere una giornata di festa, è il ricordo della Liberazione. Dobbiamo rifuggire da celebrazioni retoriche, sarebbe bello fosse una festa di popolo, vissuta con l’entusiasmo di coloro che sono scesi in piazza col sorriso sulle labbra 76 anni fa orgogliosi e felici di aver sconfitto i nazifascisti.
Per molti sarà difficile, dopo tanti anni, vedere il mondo come lo vedevano tanti italiani di allora e comprendere perché per loro fosse così importante battersi per un’ Italia libera dallo straniero, fino a farsi ammazzare per questo.
Essere antifascisti oggi non significa soltanto contrastare la vena autoritaria e illiberale che attraversa la società italiana ed europea ma anche avere cura della democrazia.
Verrà un giorno in cui la Resistenza sarà un argomento affrontato nei libri di storia e non susciterà passione. Dobbiamo rifletterci assieme alle giovani generazioni, che di quei fatti possono avere testimonianza diretta grazie al sito noipartigiani.it, realizzato da A.N.P.I. con interviste a resistenti raccolte da Laura Gnocchi e Gad Lerner.
Dobbiamo impegnarci tutti a ricordare ai giovani, forse non solo a loro, l’importanza della democrazia, perché c’è chi trova il coraggio di dire che potremmo farne addirittura senza e sarebbe meglio avere una sola persona al comando. Imparando dalla lezione che ci arriva dalla seconda guerra mondiale, in cui ci ha trascinato un uomo forte al comando portando il nostro paese alla catastrofe, provocando orrore, morte e distruzione, possiamo comprendere che la democrazia, anche con i suoi difetti, costituisce per tutti un riparo.
Bisogna non essere imprudenti e rifiutare affermazioni del tipo “oggi non c’è nessun pericolo di fascismo”.
La destra usa spesso la parola “libertà” in contrapposizione alle misure prese per contrastare la pandemia, in modo strumentale, per cavalcare l’onda di stanchezza e di preoccupazione che investe tante categorie economiche.
Alla destra che dice “io apro” dobbiamo ribattere che non c’è futuro di sviluppo sostenibile se prevale l’idea che si possa dire “mi faccio i fatti miei”.
Il fascino per il sovranismo che attraversa l’Italia e l’Europa probabilmente deriva dalla cultura nazionalista del 900 con la quale non abbiamo ancora chiuso i conti, perché ancora oggi tante persone pensano di non essere mai responsabili delle scelte che fanno e che sia meglio fare da soli.
C’è una lezione, fra le tante, che ho imparato dalla Resistenza: siamo liberi se viviamo la nostra vita con passione ed entusiasmo, con la voglia di esserci e non di stare alla finestra.
Allora il 25 Aprile facciamo festa.

Maurizio Facincani
Segretario Provinciale