SAN MICHELE NON PUÒ OSPITARE UN CENTRO LOGISTICO

Pubblicato da il 22 Febbraio 2021

La nuova variante al progetto nell’area Cercola a San Michele di cui non si ha alcun dettaglio di progetto in quanto la Circoscrizione non è mai stata coinvolta, va contro i principi introdotti dalla Regione per il contenimento del consumo di suolo e della rigenerazione e riqualificazione dei tessuti della città esistente.

È facile capire che la richiesta di realizzare un centro logistico di 50.000 metri quadri  oltre a un complesso immobiliare di 20mila metri quadri e zona servizi di 8mila metri quadri non è certamente accoglibile.

Il centro logistico non andrebbe a collocarsi in un’area strategica rispetto alle principali vie di comunicazione e trasporti del nord Italia. Semplicemente verrebbe realizzato a ridosso del centro abitato di San Michele con aumento di camion e relativa necessità di prevedere nuove corsie della tangenziale per sopportare l’aumento del traffico che, nelle ore di punta, è già ora intasato a San Martino verso tangenziale sud e autostrada. Interventi che sarebbero a carico degli Enti pubblici.

Qualsiasi decisione di compromesso con la nuova proposta Società La Cercola non è accettabile e condivisibile perché a San Michele non servono né nuove abitazioni, né tanto meno un nuovo centro logistico.

Pare evidente che la proprietà è alla disperata ricerca di un ristoro economico di un investimento fatto in condizioni economiche e commerciali ben diverse da quelle attuali e ipotizzabile abbia già proposte di società di investimenti immobiliari della logistica per realizzare sul territorio scaligero un nuovo parco logistico-produttivo sulla continuazione di quelli previsti alla Marangona o a Verona Sud.

Lo standard di centri logistici da 50.000metri quadri con accesso direttamente con le autostrade pare essere diventato un nuovo business di  investimento per le società immobiliari e della logistica.

La differenza è che gli altri centri logistici programmati sono collocati in aree da decenni previste a destinazione industriale o dismesse da riqualificare, mentre nel caso di San Michele si andrebbe ad occupare un’area agricola che solo e purtroppo con le scelte urbanistiche dell’ex Sindaco Tosi era stata provvisoriamente convertita in commerciale abitativo a seguito della manifestazione di interesse presentata della proprietà. Ora questa possibilità è stata esclusa dal nuovo piano degli interventi.

Barattare la sostituzione di un centro commerciale con un centro logistico in cambio del ritiro delle cause pendenti sarebbe una sconfitta a prescindere da parte del Comune che invece ha l’obbligo, derivante dalle promesse elettorali e degli atti conseguenti, di resistere e vedere confermata la decisione di evitare l’occupazione di nuovo suolo agricolo.

Chiediamo che il Comune bocci la proposta della proposta di modifica della destinazione urbanistica della Cercola su un’area che dovrebbe avere un ben diverso uso in un contesto sociale che si sta evolvendo sempre più verso uno sviluppo sostenibile.

Una zona che invece, come previsto dal PUMS sarà capolinea del Filobus, accoglierà un parcheggio scambiatore e la sharing mobility, può e deve essere completata da una fermata del trasporto ferroviario locale, come previsto dal piano della Mobilità Sostenibile adottato recentemente dalla Giunta.

Il motto dunque deve essere “resistere, resistere, resistere” contro le mire imprenditoriali su un territorio che non vuole altre licenze per abitazioni e capannoni.

Stefano Vallani, consigliere comunale Pd Verona
Carlo Pozzerle, consigliere Pd Settima Circoscrizione