Il Governo è pronto ad aprire un tavolo su Elcograf, ma sappiamo tutto per davvero?

Pubblicato da il 12 Giugno 2019 0 Commenti
L’azienda Elcograf, la ex Mondadori Printing passata nel 2008 nelle mani del gruppo Pozzoni di Verona, ha comunicato ai lavoratori che se l’andamento del margine operativo lordo dei primi mesi del 2019 continuasse ad essere in perdita, sarebbe costretta a ridurre il perimetro aziendale con la chiusura di uno o più stabilimenti produttivi, tra i quali in primis Verona Rotative e Melzo, nel milanese.
La Elcograf, a supporto della possibile decisione, ha riferito fattori oggettivi riconducibili alla crisi dell’editoria, ma anche motivi soggettivi riconducibili alla politica industriale del gruppo Pozzoni, per cui negli ultimi anni è stata fatta una serie di acquisizioni che avrebbero procurato un certo allarme tra gli editori e Mondadori, principale committente di Elcograf, che ha ridotto le commesse, assegnando periodici e libri ad altri stampatori, al fine di non favorire la costituzione di un monopolio, di fatto, nello specifico settore.
Ciò, nonostante l’accordo firmato al momento della cessione tra la Mondadori e il gruppo Pozzoni prevedeva un volume di lavoro garantito fino al 2021.
Alla Elcograf lavorano 440 lavoratori che vanno tutelati ed informati sullo stato delle cose. Per questo, ho presentato un’interrogazione con la quale ho chiesto conferma dei fatti dichiarati, crisi e monopolio, nonché di valutare l’apertura di un tavolo specifico per considerare strumenti speciali, come già attuati in passato nel medesimo settore produttivo.
La risposta del Governo è stata positiva: il Ministero per lo Sviluppo Economico si è detto totalmente disponibile ad avviare un tavolo di confronto per affrontare le tematiche che toccano i livelli produttivi e occupazionali qualora venisse avanzata la richiesta dai soggetti interessati. Sulle parti restanti, in particolare il presunto monopolio nel comparto delle stamperie da parte del gruppo Pozzoni, non sono emersi significativi elementi di conferma. A questo punto, posso ragionevolmente affermare che il tema sia anche un altro ed investe la concorrenza. Credo che il contratto in vigore Mondadori/Pozzoni determini prezzi superiori a quelli praticati attualemente dal mercato. Se questo fosse confermato, siamo in presenza di una classica dinamica industriale da affrontare tenendo conto degli interessi di tutti, lavoratori in primis. Ma perché, quindi, non si affronta il nodo vero e si fa riferimento a presunti monopoli? A pensar male. Non vorrei che si determinassero artificiosamente condizioni per cui l’unica soluzione potrebbe essere la ristrutturazione aziendale con conseguente taglio del personale. Sarebbe una scelta inaccettabile da contrastare con tutte le forze. Ergo, siano fornite tutte le informazioni in modo che chiunque possa valutare il da farsi. Ma giungere ad un obiettivo di quel tipo, significherebbe tradire il territorio e le personale che tanto hanno dato per la crescita di quell’azienda.
Vincenzo D’Arienzo, Senatore Pd