Nuova ricognizione danni post alluvione: spariti risarcimenti per beni mobili. Obiettivo del Pd è il rimborso totale

Pubblicato da il 23 Maggio 2019 0 Commenti

 

La gestione dei risarcimenti per i danni subiti dai cittadini veronesi durante le alluvioni del luglio e settembre 2018 continua a fare… acqua da tutte le parti.

Il 14 Maggio scorso il Commissario delegato del Governo ha infatti indetto una terza ricognizione dei danni con scadenza 28 giugno 2019. I cittadini, dunque, hanno poco più di un mese di tempo per sobbarcarsi una nuova trafila burocratica, ricompilare i moduli e riconsegnarli. Peccato che, ad oggi, Mercoledì 21 Maggio, i moduli non siano ancora disponibili sul sito Internet del Comune. Perché questo ritardo? E perché indire una nuova ricognizione?

Della prima ricognizione danni era chiaro e dichiarato il carattere provvisorio, si trattava di chiedere ai cittadini una prima stima dei beni mobili e immobili danneggiati dall’acqua. La seconda avrebbe dovuto essere quella definitiva e concludersi con la valutazione delle richieste e la conseguente liquidazione dei danni riconosciuti.

La cosa certa è che questa terza ricognizione differisce dalle precedenti per un aspetto importantissimo: la mancanza del modulo relativo ai beni mobili registrati. Questo significa che ai cittadini non viene più richiesto di denunciare eventuali la perdita di auto o furgoni. Una svista oppure la volontà di non riconoscere questi danni?

Siamo preoccupati: famiglie e aziende che in questi mesi hanno programmato la ripartenza e il ritorno alla normalità dopo le calamità rischiano di vedersi stravolti i propri piani. Per quanto riguarda il silenzio del Comune, diciamo invece che “a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina”: forse il Palazzo Barbieri sta cercando di nascondere la cattiva notizia fino alle elezioni di domenica prossima? Sarebbe un comportamento inqualificabile.

Non solo pretendiamo che il problema venga alla luce al di là di ogni convenienza partitica o elettorale, ma anche che l’amministrazione Comunale si attivi presso il Commissario all’emergenza, il Governo e la Regione per assicurare la rimborsabilità dei beni mobili persi con l’alluvione.

Non sarebbe questo il primo scivolone della gestione dei rimborsi: malgrado la “filiera” politica che vede la Lega comandare Governo, Regione, Provincia e Comune, è stato solo grazie alle iniziative dei parlamentari Veronesi Pd – in particolare del senatore D’Arienzo –   che il marzo scorso i 10 Comuni scaligeri colpiti dalle alluvioni del 2017 e del 2018 in un primo tempo “dimenticati” dal Decreto del Presidente del Consiglio del 12 febbraio 2018 vennero riammessi tra i territori beneficiari dei fondi contro il dissesto idrogeologico. Allo stesso modo fu grazie alle pressioni dei deputati Pd – in particolare dell’onorevole Zardini – che vennero sbloccati i primi 500 mila euro per il risarcimento dei danni su Verona. Un “acconto” che grazie alla disattenzione della Lega a tutti i livelli, rischia di diventare un “saldo”.

Il Comune di Verona ha risposto all’ordinanza di ricognizione per il fabbisogno di opere viarie e idrauliche emanata dal Commissario delegato per la Regione Veneto nominato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri? Con i fondi del Governo, sbloccati dal PD e ora in capo alla Regione, si potrebbero risolvere alcune delle criticità storiche della città, in particolare delle Circoscrizioni 2^ e 8^!

Nella conferenza stampa di stamane, erano presenti:

Elisa Dalle Pezze, presidente Seconda Circoscrizione Pd

Carlo Beghini, capogruppo Pd Ottava Circoscrizione

Fausto Rossignoli, lista “Comunità e Territorio” di Negrar

Elisa La Paglia, consigliera comunale Pd

Diego Zardini e Alessia Rotta, parlamentari Pd