D’Arienzo – Attacco a Mattarella, cosa è successo?

Pubblicato da il 16 Novembre 2018 0 Commenti

Nella notte tra il 27 e 28 maggio, quando il Presidente Mattarella impose il veto sulla nomina del Ministro Savona e poco dopo che Di Maio ne chiese l’impeachment, si scatenò in twitter un’attività assolutamente anomala: in pochissimi minuti furono registrati circa 400 nuovi profili dai quali partirono migliaia di messaggi #Mattarelladimettiti, evidentemente già pronti prima, contro il Presidente della Repubblica prontamente condivisi e rilanciati da migliaia di altri utenti twitter.

Un’operazione coordinata con cura, dicono gli esperti, perché erano stati subito rilanciati dai principali snodi digitali, molti dei quali anonimi, ma comunque impegnati a far crescere l’aggressione.   L’inchiesta svolta ha fatto emergere particolari inquietanti: diverse decine di profili twitter di cittadini italiani usati quella sera erano già stati “incentivati e sollecitati” in passato dall’agenzia russa IRA di S. Pietroburgo per far filtrare in Italia messaggi di propaganda a favore dei partiti populisti ed anti europeisti.

In pratica, in quella notte da S. Pietroburgo vennero lanciati i messaggi #Mattarelladimettiti e poi vennero “sollecitati” tanti profili italiani affinché rilanciassero in rete lo stesso messaggio.

Questo è quanto emerge dalle indagini svolte in America da due ricercatori e Twitter ha confermato che diversi messaggi contro Mattarella provenivano proprio da profili “collegati” (ovvero, agganciati e sollecitati) con la società IRA di S. Pietroburgo.

Il sistema scoperto era, quindi, impostato così: dalla Russia venivano utilizzati alcuni profili twitter per immettere in rete la protesta, tanti altri profili veri di italiani – ovviamente ignari di chi avessero dall’altra parte della rete – venivano sollecitati a rilanciarla con propri contenuti. Una tecnica che ha funzionato considerato che quella notte la rete è stata praticamente invasa.

In passato, qualche mese prima di entrare in azione contro il Presidente Mattarella, cosa scrivevano quei profili twitter russi? Alcuni esempi: “Questi arabi del c…. si sono bevuti il cervello”; “Mandiamo Laura Boldrini con un gommone in Africa”; “Barack Obama, negher”;  “Possiamo e dobbiamo imparare dalla Russia”; “Le coop bande di ladri legalizzate” e così via di seguito. Opportunamente rilanciati e condivisi, queste nefandezze occupavano la rete.

Inoltre, nel tempo sono state rilevate anche conversazioni tra i profili twitter russi con profili di persone – a volte anche noti politici – e comitati vicini o militanti di Lega e M5S.