ATER a S. Massimo, chi paga per l’errore?

Pubblicato da il 12 Settembre 2018 0 Commenti
Il Comune di Verona il 14 maggio 2013 ha sottoscritto un Protocollo, tra gli altri, con Rete ferroviaria Italiana e la Regione Veneto relativamente al progetto preliminare del tratto ferroviario Pescantina/nodo di Verona (Lotto 4) del progetto di quadruplicamento della linea ferroviaria di accesso sud alla galleria di base del Brennero Fortezza-Verona.

Seguendo la linea storica Verona-Trento, a S. Massimo ed in particolare in via del Fortino, la nuova linea in progetto da parte di ITALFERR coinvolgerà alcune unità immobiliari da espropriare situate nell’immediata prossimità dei binari.
Al momento della stipula del Protocollo il progetto preliminare non era stato allegato, ma veniva presentata solo una traccia generica, alquanto chiara su quali aree avrebbe insistito la nuova linea ferroviaria.

Pur tuttavia, il Comune di Verona, dopo la stipula del Protocollo, ha comunque autorizzato l’ATER a costruire due edifici esattamente a ridosso dei binari. Due edifici che ospitano famiglie in affitto.

Siamo di fronte al fatto che:

  1. è un paradosso che nonostante fosse conosciuto il progetto ferroviario, l’ATER (azienda regionale), che non era tenuta a saperlo, ma ad informarsi sì, è stata comunque autorizzata dal Comune di Verona alla realizzazione degli edifici;
  2. gli espropri costerebbero di più rispetto al terreno vuoto ante costruzioni;
  3. che il denaro pubblico impegnato per le costruzioni poteva essere intanto destinato in altra località.

Cosa accadrà per la definizione degli espropri quando sarà accertato che le costruzioni ATER sono state realizzate dopo la decisione assunta con il Protocollo del 14 maggio 2013?

Immagino che questo fatto determinerà un contenzioso a sfavore delle quote spettanti all’ATER per gli espropri medesimi. A quel punto, chi paga per l’errore commesso? Il Comune di Verona o l’ATER?

Vedremo, intanto possiamo dire che i contribuenti pagheremo alcuni milioni di euro per espropriare edifici che non dovevano essere costruiti. A proposito che le spese per l’alta velocità ferroviaria lievitano.

Sen. Vincenzo D’Arienzo