Partecipate di secondo livello: i cda numerosi non hanno più senso

Pubblicato da il 3 Settembre 2018 0 Commenti

Da mesi l’attenzione sulle sotto-partcipate di Agsm, (Megareti, Agsm Energia, la stessa Amia) è calamitata dai dissidi interni alla maggioranza, più precisamente tra Battiti, la formazione politica del Sindaco, e gli alleati-rivali di Verona Domani. E’ evidente che la  disputa non riguarda visioni politiche o strategie aziendali differenti ma che si tratta di una pura e semplice contesa di poltrone.

Ci si chiede che fine abbiano fatto le promesse del Sindaco Sboarina che – leggiamo dal suo programma elettorale – proprio sul gruppo Agsm prometteva, “come minimo”, “la riduzione del numero dei componenti dei Consigli di Amministrazione, ad eccezione della capogruppo, ad un numero massimo di tre, quando non sia opportuno sostituirli con un amministratore unico”. A dispetto degli annunci, in Serit, controllata Amia, le poltrone sono state aumentate da 3 a 5 all’unico scopo di mettere in minoranza l’ormai ex presidente Bissoli.

Lo stesso presidente di Agsm, Michele Croce, in campagna elettorale sosteneva, quasi come una minaccia, la volontà di sostituire tutti i consigli di amministrazione con degli amministratori unici, salvo poi rivedere le priorità politiche una volta raggiunta la poltrona più alta delle partecipazioni comunali veronesi.

In realtà, per le aziende di secondo livello la sostituzione dei consigli di amministrazione con degli amministratori unici rappresenta la cosa più razionale da fare per contenere i costi, aumentare l’operatività e sveltire i processi decisionali. Non essendoci vincoli di rappresentanza politica, non si può neanche dire che questi cda siano presidi di democrazia. Un discorso a parte meriterebbe la rappresentanza dei vari territori, che tuttavia può essere soddisfatta anche in un regime di amministratori unici, non è necessario trasformare le aziende in un ufficio di collocamento per i senza-poltrona della provincia. Aim, la multiutility vicentina con la quale l’attuale amministrazione ambisce a fare la fusione,  ha già compiuto da tempo questa riforma. Proprio gli sprechi in termini di sponsorizzazioni e di cda troppo numerosi sono stati tra i fattori che, anche in passato, hanno frenato di più il processo di fusione e, ci si può scommettere, la questione si riproporrà anche in futuro.

Il gruppo consiliare comunale Pd
Carla Padovani, Federico Benini, Elisa la Paglia, Stefano Vallani