Fondi ai comuni, Alessia Rotta: paradossale esclusione degli enti virtuosi. Ho chiesto chiarimenti al ministero

Pubblicato da il 27 Aprile 2018 0 Commenti

Appare quantomeno paradossale che il bando nazionale per l’assegnazione di fondi per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio abbia privilegiato i comuni in disavanzo finanziario piuttosto che gli enti virtuosi. Nella graduatoria non è stato finanziato nessun comune veneto, comprendo quindi le proteste e il grido di aiuto dei  31 sindaci veronesi, che vedono premiati i comuni in dissesto a scapito di chi, come loro, amministra in modo sano e virtuoso il proprio territorio. Per questo ho già depositato un’interrogazione per chiedere chiarimenti ai ministri degli Interni e dell’Economia, promotori del bando.

L’attribuzione del contributo è stata determinata in base al criterio indicato nel bando stesso, ovvero quello della minore incidenza dell’avanzo di amministrazione, al netto della quota accantonata, rispetto alle entrate finali di competenza risultanti dai rendiconti della gestione del penultimo esercizio precedente a quello di riferimento (2016). In questo modo comuni in dissesto finanziario o con minore disponibilità di avanzi, dove una cattiva gestione
dei soldi pubblici ha bloccato per anni l’appalto dei cantieri, si sono trovati nella condizione di beneficiare della maggior parte degli stanziamenti. Mentre migliaia di comuni, che hanno presentato importanti progetti di messa in sicurezza, sono stati penalizzati dall’avere un’amministrazione virtuosa e un buon funzionamento della macchina con avanzi di amministrazione minimi. Basti pensare che il paese con il punteggio più alto è Monteforte Irpino in provincia di Avellino che, a fronte di un deficit di oltre 11 milioni di euro, otterrà un finanziamento di oltre 5 milioni.

Ritengo doveroso chiedere ai ministri competenti quali sono le ragioni che hanno condotto ad utilizzare tale criterio che mortifica i buoni amministratori e premia chi ha gestito male la cosa pubblica. Mi metto inoltre a disposizione dei sindaci veronesi, che si trovano a fare i conti con la doppia beffa di non poter spendere per la sicurezza delle scuole e del territorio i soldi che hanno e di non vedersi riconosciuto il finanziamento.