SANITÀ Bisato: «La giunta veneta molla i pazienti affetti da diabete: “arrangiatevi”» Abbandonato senza risorse il progetto di cure territoriali nel veronese. Emergenza in tutta la Regione per 250-300 mila persone

Pubblicato da il 28 Marzo 2018 0 Commenti

 

 

Padova, 28 Marzo 2018 _ Lasciati soli i medici, abbandonati i pazienti veronesi affetti da diabete. «La giunta Zaia è pienamente responsabile di questo disastro, ma noi guardiamo con crescente preoccupazione ai 5.483 pazienti colpiti da diabete che da oggi non riceveranno più l’assistenza territoriale garantita fino ad ora dalla disponibilità dei medici di medicina generale». Il segretario regionale del Partito democratico, Alessandro Bisato è sconcertato di fronte alle notizie che giungono da Verona dove la Regione Veneto si è rifiutata di finanziare il progetto per la cura integrata dei diabetici.

«La chiusura del progetto», afferma Bisato, «disperde un patrimonio di esperienze e competenze acquisite negli ultimi due anni dai medici e dai loro staff. Ma soprattutto lascia scoperto un settore in cui il rapporto costante con i pazienti è cruciale per la prevenzione e il contenimento della malattia. La giunta veneta si fa carico di una gravissima responsabilità. Dopo aver varato un piano socio sanitario con cui ha ridotto i posti letto ospedalieri chiedendo al contempo ai medici di famiglia di farsi carico dei malati cronici, lascia questi i primi senza mezzi e abbandona al loro destino i pazienti con un laconico “arrangiatevi”».

Nei prossimi mesi è in programma la stesura del nuovo piano socio sanitario, «come Pd chiediamo di rendere immediatamente disponibili le risorse finanziarie per lo sviluppo e l’estensione della medicina territoriale, a Verona e in tutte le altre province». Solo prendendo in esame il diabete, ricorda Bisato, «siamo di fronte a una patologia che tocca il 5-6 per cento della popolazione veneta, cioè tra le 250 e le 300 mila persone. Se non la affrontiamo a livello territoriale questa situazione rischia di riversarsi sulle strutture ospedaliere con costi sociali ed economici ben superiori».