COMMISSIONE INCHIESTA SULLE BANCHE

Pubblicato da il 1 Dicembre 2017 0 Commenti

Sono stato nominato membro della Commissione d’inchiesta sulle banche, organismo chiamato a far luce sulle crisi del settore del credito.

Sto vivendo questa esperienza con grande impegno e nel contempo con sofferenza, pensando alle 200.000 famiglie che sono state tradite dal sistema bancario veneto e dai tanti, troppi suicidi.

Quando sento affermare che di questo non si può parlare e che quello non si può tirare in ballo, mi domando chi pensi alle famiglie distrutte.

Tra gli intoccabili e le famiglie e imprese venete io sto con queste ultime.

Sin dall’inizio del lavoro della commissione si sono evidenziate diverse anomalie: fittizie formazioni di patrimonio, redditività di fantasia, prestiti fatti agli amici degli amici; anche in Veneto purtroppo emerge il solito malcostume italiano.

Tutto questo nel silenzio più assordante.

Un giudizio che può sembrare forte, ma basta leggere le carte, in parte pubbliche e in parte secretate, per avere uno squarcio dettagliato di un mondo veneto fatto di famiglie perbene e imprese serie (per la maggior parte inconsapevolmente truffate) e di vertici degli istituti applauditi dalle principali istituzioni regionali.

Abbiamo iniziato i lavori di inchiesta sulle due banche venete scoprendo nel dettaglio le operazioni “baciate” oggetto di indagine da parte delle Procure, cioè quei finanziamenti dati alle imprese o famiglie con l’impegno di acquistare in parte azioni delle stesse banche, aumentandone artificiosamente il patrimonio.

Questa è stata la principale miccia esplosiva.

Poi abbiamo scoperto le “scavalcate”, ossia quei tentativi dei soci delle banche venete che hanno provato a vendere le azioni prima del crollo e non ci sono riusciti, trovandosi scavalcati da altri che invece hanno ricevuto un trattamento preferenziale e sono riusciti a vendere prima del danno.

Gravi episodi che in parte sono sfuggiti agli organi di controllo, in parte sono stati tenuti nascosti a chi doveva ispezionare, in parte accertati con ritardo. Questa è la mia opinione.

Lo scaricabarile imbarazzante tra Banca d’Italia e Consob, come emerso nelle ultime due testimonianze, la dice lunga su una certa non fluidità dei meccanismi di controllo.

Poi abbiamo scoperto “le porte girevoli” cioè quel costume di passare da dipendenti di Banca d’Italia a dipendenti o consulenti di queste banche oggetto delle ispezioni di Banca d’Italia. Tipica storia italiana purtroppo dei rapporti tra controllori e controllati.

Ora cercheremo di fare piena luce, individuando le responsabilità, senza sconti per nessuno e senza caccia alle streghe.

Non è nostro compito infliggere punizioni o emettere sentenza, questo spetta alla magistratura. Spetta a noi invece accertare le responsabilità di quanto accaduto e proporre al prossimo Parlamento modifiche delle norme attuali affinché questi gravi episodi non si possano più ripetere.

Nel frattempo come da me richiesto aspettiamo di conoscere dai liquidatori delle due banche l’elenco delle operazioni “baciate” e delle operazioni “a scavalco”: nomi, importi e tempi di intervento.

Auspico che nei prossimi giorni si possano ascoltare Zonin e Consoli.

Non ascoltarli mi sembra fuorviante, non vorrei che passasse l’idea che hanno fatto tutto Consoli e Zonin e tanti altri non sapevano nulla. Faccio fatica a crederci.

Penso al mio Veneto e agli slogan di questi anni: il Veneto come la Baviera, prima di tutto i veneti, il Veneto locomotiva d’Italia, ecc.

Scopriamo che il più grande imbroglio finanziario avviene nel Veneto mettendo sul lastrico decine di migliaia di persone, da qui viene spontaneo chiedersi quanto sia costata e stia costando ai veneti l’illusione del paradiso creata ad arte dai parolai della politica locale.

Che danno incredibile è stato creato al Paese, alle famiglie e alle imprese venete, un danno economico importante ma un danno morale e sociale quasi irreparabile.

Per questo mi auguro, pur non rientrando nelle competenze della Commissione, che possa essere individuato e finanziato nella legge di stabilità un fondo per i risparmiatori traditi.

On. Gianni Dal Moro