D’Arienzo: Garda è stato trasformato in un feudo?

Pubblicato da il 25 Luglio 2017 0 Commenti

La delibera assunta dal Comune di Garda secondo la quale il sindaco sarebbe pronto ad adire alle vie legali contro attacchi sulla stampa e sui social network è gravemente lesiva della libera espressione delle opinioni e dell’attività amministrativa e politica dei consiglieri comunali dell’opposizione. Interrogazione al Ministro Minniti.

Il sindaco Bendinelli vuole che a Garda nasca il feudo: il suo, nel quale anche le opinioni devono essere da lui concordate e, quindi approvate.

Questo è il senso della delibera che, peraltro, farebbe riferimento genericamente ad interventi del tutto ingiustificati, quindi, in ipotesi non offensivi e/o non veritieri e/o diffamatori.

Se così fosse per davvero, si potrebbe anche evincere che l’intento è quello di tacitare qualsiasi diffusione mediatica di idee e contenuti di esponenti di diverso orientamento politico.

Qualcosa del genere la leggiamo nei Paesi dittatoriali.

Come è noto, in caso di presunta rilevanza penale di un fatto, chiunque può adire le vie legali senza la necessità di un atto ufficiale dell’istituzione comunale. Questa scelta, invece, potrebbe trasformare la tutela della propria onorabilità ritenuta offesa in uno strumento dagli effetti ben diversi nei confronti dei destinatari.

Il rischio che quella decisione sia intesa come la volontà del sindaco di affrontare il legittimo dibattito politico e amministrativo attraverso le aule giudiziarie o, peggio ancora, impiegando strumenti tali da poter configurare una verosimile intimidazione realizzata attraverso il sistema delle querele di parte, è molto concreto.

Un comportamento inaccettabile. E se aggiungiamo che il sindaco medesimo non solo non rispetta i termini regolamentari concernenti il rilascio di documenti e delle risposte ad interrogazioni legittimamente presentate da consiglieri comunali, ma neanche rispetta l’intervento del Prefetto di Verona volto a suffragare la legittimità delle richieste dei medesimi consiglieri comunali, si potrebbe anche affermare che nel Comune di Garda vigono regole non corrispondenti a quelle in vigore.

Non ho dubbi che i consiglieri dell’opposizione vivano uno stato di profondo disagio tale da inficiare sia il ruolo amministrativo rivestito sia la libera espressione delle opinioni.

Per queste ragioni, ho chiesto al Ministro Minniti un intervento urgente a tutela dei principi democratici e della libera espressione democratica delle attività per le quali i consiglieri comunali sono stati eletti e, pertanto, di assumere iniziative a loro tutela e per far rispettare le regole di fronte alle palesi violazioni dei regolamenti relativamente alle mancate risposte alle interrogazioni e al rilascio di documenti.