D’Arienzo: Economia veronese, inquinamento e slealtà.

Pubblicato da il 1 Giugno 2017 0 Commenti

Nella nostra provincia in pochi giorni, ed in due diverse indagini, sono state scoperte cooperative del settore agricolo che sfruttavano gli immigrati – a volte denutriti e sempre mal pagati – e utilizzavano i famigerati caporali nonché cooperative del settore logistico che, oltre ad evadere il fisco, impiegavano irregolarmente 760 dipendenti, peraltro pagati in nero.
Le cooperative coinvolte lavoravano per diverse aziende agricole e logistiche veronesi.
Proprio così, aziende locali usufruivano delle prestazioni di servizi di queste cooperative i cui responsabili sono stati arrestati per i gravi reati commessi.
Faccio una facile equazione: se questi fenomeni illegali favoriscono l’immigrazione clandestina, per conseguenza sono le aziende veronesi a fornirne l’occasione. Certo, perché se nessuno si avvalesse di queste cooperative, difficilmente potrebbero esistere.
Le aziende veronesi, agricole e logistiche, potevano non sapere? Per essere sicuri sarebbe bene che dicessero quanto pagavano le cooperative interessate. Solo così scopriremmo se il prezzo è in linea con il mercato o meno.
I fatti, però, delineano un quadro preoccupante nel quale la concorrenza sleale la fa da padrona. Non prevale la bravura imprenditoriale, il rischio d’impresa, i risparmi nei processi produttivi attraverso gli investimenti, la ricerca e l’innovazione, ma il sotterfugio, la scorciatoia di ridurre i costi impiegando cooperative che offrono prezzi stracciati e possono farlo perché sfruttano i lavoratori o li pagano in nero.
Solo per questo, queste cooperative possono lavorare sottocosto e aggiudicarsi appalti di servizi col massimo ribasso.
Che succede all’economia legale veronese?
I buoni rischiano di chiudere ed i cattivi vanno avanti.
È superfluo dire che questi fenomeni attraggono l’immigrazione irregolare e fenomeni criminosi che è meglio tenere lontani da Verona.
Per la crescita sana del territorio servono imprese che rispettino le regole, che con senso civico segnalino i fenomeni irregolari presenti nel mercato, che rifiutino impegni economici palesemente irregolari.
La nostra società non può fondarsi sulla furbizia, sulla prevalenza dell’illegalità e sullo sfruttamento delle altrui difficoltà.
Lo so, è un fatto culturale, ma credo che quanto scoperto qui a Verona ci ponga davanti al bivio: se non agiamo la nostra economia non garantirà la nostra crescita, ma l’inquinamento dei normali rapporti sociali.