CIE a Verona, non ci sono le condizioni.

Pubblicato da il 23 Gennaio 2017 0 Commenti

Il sindaco Tosi ha manifestato la disponibilità ad ospitare un Centro di Identificazione ed Espulsione a Verona.

In pratica, Tosi dice che se il Ministro dell’Interno Minniti “farà seguire alle parole i fatti e se dai CIE si uscirà solo per esser espulsi dal Paese, noi diamo la disponibilità a sederci attorno a un tavolo per esaminare alcune possibilità e l’ipotesi sarebbe quella di beni militari nel territorio comunale. Se ne verrà individuato uno idoneo, si potrà collocarci un Cie”.

Posto che dai CIE si esce solo per essere espulsi, quindi, una delle due condizioni è già in essere, valuto l’ulteriore criterio, ovvero quello di ospitarli in strutture militari, tra cui caserme dismesse.

Su questo punto sarei categorico: qui a Verona non ci sono strutture militari idonee ad ospitare un CIE.

Per entrare nei dettagli, occorrerebbe un sito adeguato, non più utilizzato, posto vicino alle grandi vie di comunicazione e, meglio ancora, in zona aeroporto. Queste, infatti, sono le previste caratteristiche di carattere generale.

Tra tutte le caserme che conosco mi soffermo sulla “San Bernardino”, in Circonvallazione Maroncelli e sulla “Franco Cappa” tra Bovolone e Isola Rizza. Queste due sono grandi, libere e in attesa di assegnazione.

Tutti gli altri sedimi militari presenti non sono disponibili o sono completamente inidonei.

I due citati, però, pur avendo grandi volumi a disposizione, non presentano le caratteristiche necessarie. Infatti, sono perlopiù spazi aperti e non hanno strutture edificate per ospitare persone, specialmente se in numero elevato. La Caserma Franco Cappa, poi, non è in città ed è in procinto di essere assegnata alla Croce Rossa Italiana, mentre la San Bernardino è quasi in centro città e non in un’area preferibilmente più isolata.

Inoltre, poiché in entrambe non è possibile installare strutture mobili, tendoni o containers, posso ragionevolmente affermare che non sono idonei.

Altri beni demaniali militari liberi non ne conosco.

Non indifferente, poi, è la contrarietà del Presidente Zaia, indisponibile ad ospitare un CIE in Veneto.

Infatti, prima ancora di arrivare a Verona, il Ministero si confronta con le Regioni. Da loro passerà il nulla osta. Temo, pertanto, che a Verona nemmeno arriverà la proposta.

In conclusione, poiché questi dettagli sono certamente conosciuti anche al sindaco, perché Tosi ha espresso questa volontà?

On. Vincenzo D’Arienzo