Povertà e Profughi: problemi epocali affrontati con le aspirine

Pubblicato da il 29 Dicembre 2016 0 Commenti

Quali sono i risultati delle ultime ordinanze anti-accattonaggio (la numero 10 del febbraio 2016 poi riproposta anche in giugno con il numero 24) che vietano di fare la carità in centro storico e in alcune vie di Borgo Trento nei periodi di alto afflusso turistico?
Ce lo dice il Sindaco stesso che, proprio in questi giorni, ha risposto ad una nostra interrogazione del luglio (sic!) scorso: 6 violazioni accertate “di cui 3 già oblate” e numero di accattoni diminuito “di alcune unità” tra il centro e i principali incroci. Questo a fronte di “controlli serrati” da parte della Polizia Municipale “eseguiti anche da pattuglie in borghese” che costringono i questuanti “a continui e ripetuti spostamenti nel tentativo sempre più difficile di intercettare i turisti”. Giusta l’attività per cercare di contrastare un racket che sfrutta la povertà ma su cui l’ordinanza contro chi fa l’elemosina ha dimostrato la sua sostanziale inutilità. In compenso, l’iniziativa ha ridonato smalto, con pochissima spesa in termini di energie personali, al mito del Sindaco sceriffo che per Tosi pareva appannarsi.

Lo stesso effetto cercato con l’ultima uscita, giustamente definita una “sparata nel mucchio”, sulle organizzazioni impiegate nell’accoglienza dei profughi richiedenti asilo che secondo il sindaco non si comporterebbero bene. Più volte abbiamo sottolineato la necessità di controlli, verifiche, confronto continuo delle amministrazioni con le associazioni e cooperative che gestiscono l’accoglienza, per non lasciare spazio a situazioni di sfruttamento. Crediamo opportuno inoltre focalizzarsi sul principale problema legato alla gestione dell’accoglienza dei richiedenti asilo che sono i troppo lunghi tempi di attesa: molte delle persone prese di mira dal Sindaco sono a Verona da due anni e avranno la prima udienza per il diritto d’asilo solo nella seconda metà del 2017. Nel frattempo cosa gli facciamo fare? Come gestiamo, pensando anche al loro possibile inserimento e integrazione nella nostra società, questi tempi di attesa?

Dichiarare fuorilegge l’ elemosina così come alimentare i sospetti sul sistema dell’accoglienza è enormemente più facile e politicamente fruttuoso che affrontare i problemi con metodo. Noi però vorremmo un’amministrazione capace di affrontare la realtà per quella che è. Città come Milano o Bergamo, che stanno facendo la propria parte sull’accoglienza, battono i pugni sul tavolo per avere un piano nazionale a lungo termine che non lasci i profughi sulle spalle degli ancora troppo pochi comuni accoglienti e della Caritas.

I consiglieri comunali Luigi Ugoli ed Eugenio Bertolotti