Privatizzare la lirica? La Camera di Commercio si esprima chiaramente

Pubblicato da il 21 Ottobre 2016 0 Commenti

Risulta francamente difficile comprendere le motivazioni della Camera di Commercio sulla revoca del contributo straordinario di 500 mila euro in favore della Fondazione Arena. Dovrebbe bastare ricordare che il primo a mettere da parte il piano industriale di Kpmg, da lui stesso commissionato e costato all’ente svariate decine di migliaia di euro, fu l’ex Sovrintendente Francesco Girondini nell’ambito di un Consiglio di Indirizzo in cui la presenza del rappresentante della Camera di Commercio non era estranea.
Il commissario straordinario, che è arrivato dopo e che ha trovato una situazione disperata, ha bypassato il piano a fronte della necessità di adottare provvedimenti ben più pesanti di quelli precedentemente previsti, marcando tuttavia, a nostro avviso, una determinate rottura col passato in termini di credibilità, come del resto ha poi confermato anche il voto favorevole dei lavoratori al secondo referendum.
Pertanto, in una situazione come quella attuale, che è ancora di emergenza, occorrerebbe andare al di là dell’interpretazione letterale delle delibere. In quanto rappresentante delle categorie che maggiormente beneficiano della stagione lirica, la Camera di commercio dovrebbe dire se intende fare tutto quanto è in suo potere per sostenere il rilancio della Fondazione Arena, oppure, come sostengono alcuni, se anche lei vede un futuro di privatizzazione della lirica. La stessa questione si pone a tutti i principali attori della città, a partire dal Comune e Agsm che più volte hanno manifestato l’intenzione di togliere il necessario sostegno. Occorre essere chiari, i lavoratori e l’istituzione non meritano di essere presi per inedia.

I consiglieri comunali Pd
Eugenio Bertolotti e Michele Bertucco