Sviluppo Urbano Sostenibile Integrato – Atto II

Pubblicato da il 12 Settembre 2016 0 Commenti

In precedenza avevo postato su questo stesso blog un articolo sul tema dello Sviluppo Urbano Sostenibile (SUS) Integrato, che vorrei necessariamente aggiornare per correggere alcune inesattezze e integrarlo con le novità di questi ultimi mesi.

Il Bando pubblico per la selezione delle Aree urbane e la individuazione delle Autorità urbane – Comuni capoluogo” è stato pubblicato sul sito della Regione Veneto nel mese di marzo, con un mese di ritardo rispetto ai tempi stabiliti negli accordi di partenariato. Come da previsione, e secondo quanto già stabilito nel POR FESR Veneto 2014-2020, hanno presentato la loro adesione i cinque Comuni capoluogo interessati: Venezia Padova, Treviso,  Vicenza e Verona.

Per quanto riguarda Verona, il Comune ha definito l’Area urbana con i comuni di Buttapietra e San Giovanni Lupatoto, realizzando così la condizione minima richiesta per la sua costituzione, laddove era possibile estendere da due a cinque comuni dell’hinterland la formazione di un’area omogenea con il comune capoluogo. Minimo sforzo per il massimo rendimento?

Al 17 ottobre 2016 sono in scadenza i termini per la presentazione del piano Strategico Integrato per lo Sviluppo Urbano Sostenibile (SISUS) che ciascuna Autorità urbana, costituitasi presso i Comuni capoluogo,  dovrà presentare in risposta al secondo bando pubblicato dalla regione Veneto a inizio agosto.

La presentazione di un piano SISUS coerente con gli obiettivi specificati nel bando pubblico per la conferma delle Autorità urbane, che riprende quanto già indicato nel POR FESR Veneto 2014-2020, determinerà il loro riconoscimento come Organismi Intermedi, ai quali verrà delegata la responsabilità per la selezione delle operazioni relative all’Asse 6 SUS da parte della Autorità di Gestione (AdG) presso la Regione Veneto.

Gli obiettivi precisati nel bando fanno necessariamente riferimento agli Obiettivi tematici (OT) definiti dai Regolamenti UE 1031/13 e 1303/13 e richiamati nell’Agenda urbana per le Città metropolitane,  che fissano le condizioni necessarie ad uno sviluppo integrato delle Aree urbane. Nello specifico questi gli obiettivi ai quali dovrà dare una risposta concreta e di lunga durata il piano SISUS elaborato dalle Autorità urbane:

con riferimento all’OT2, Azione 2.2.2 “Soluzioni tecnologiche per la realizzazione di servizi e-Government interoperabili, integrati (joined-up services) e progettati con cittadini e imprese, e soluzioni integrate per le smart cities and communities”;

con riferimento all’OT4, l’Azione 4.6.2 “Rinnovo materiale rotabile”, e l’Azione 4.6.3 “Sistemi di trasporto intelligenti”;

con riferimento all’OT9, l’Azione 9.4.1 “Interventi di potenziamento del patrimonio pubblico esistente e di recupero di alloggi di proprietà pubblica per incrementare la disponibilità di alloggi sociali e servizi abitativi per categorie (persone e nuclei familiari) fragili per ragioni  economiche e sociali. Interventi infrastrutturali finalizzati alla sperimentazione di modelli innovativi sociali abitativi per categorie molto fragili”, e l’Azione 9.5.8 “Finanziamento nelle principali Aree urbane e nei sistemi urbani di interventi infrastrutturali  nell’ambito di progetti mirati per il potenziamento della rete di servizi per il pronto intervento sociale per i senza dimora e per il potenziamento delle strutture abitative e socio sanitarie nell’ambito di progetti integrati di sostegno alle persone senza dimora nel percorso verso l’autonomia”.

Per il finanziamento di questi interventi il POR FESR Veneto 2014-2020 ha destinato 77 milioni di euro dei 600 milioni di Fondi europei per lo sviluppo regionale resi disponibili dall’Accordo di Partenariato (AdP). All’Area urbana con capofila il Comune di Verona verranno assegnati € 15.491.000 per portare a compimento, entro il 2020, il proprio piano SISUS da presentare entro la scadenza del 17 ottobre.

Questi i fatti.

Le considerazioni sarebbero molte e complesse, soprattutto dopo il colloquio avuto con la dr.ssa Chierchi del Comune di Verona che segue le procedure in corso, incontrata assieme al Consigliere Damiano Fermo. Per questo tenterò di sintetizzare i concetti per renderli di più facile acquisizione.

con riferimento all’OT2, Azione 2.2.2 nessun riferimento alla Alfabetizzazione digitale, passaggio fondamentale per l’accesso alle banche dati pubbliche ed ai servizi di pubblica utilità;

con riferimento all’OT4, l’Azione 4.6.2 il compito è affidato ad ATV e AMT, come logica vuole, ma molto più confuse le idee per quanto riguarda l’Azione 4.6.3 “Sistemi di trasporto intelligenti”, dove si pensa per a pannelli elettronici presso le fermate degli autobus;

con riferimento all’OT9, l’Azione 9.4.1 sembra fortunatamente che le idee siano più chiare per il recupero degli immobili di proprietà pubblica (ATER e AGEC) ancora sfitti, di cui è in atto il censimento, o soluzioni di cohousing che al momento risulta realizzabile in una sola palazzina (poco a dire il vero), mentre per l’Azione 9.5.8 si parla di ristrutturare il dormitorio Camploy per un creare delle unità abitative ridotte da destinare temporaneamente ai senza dimora.

Queste al momento le soluzioni alle quali il Comune di Verona, assieme ai comuni di Buttapietra a San Giovanni Lupatoto, pensa di far ricorso per un progetto ambizioso di sviluppo urbano sostenibile e integrato, necessario a disegnare il futuro di un’Area urbana attenta alla digitalizzazione dei servizi per l’accesso facilitato da parte dei suoi cittadini, alla mobilità sostenibile con abbattimento dei fattori inquinanti, e all’inclusione sociale delle categorie più disagiate. Forse insufficiente per le sfide che attendono il nostro Paese e la nostra città.

Non di solo vino vive l’uomo”… o forse era pane?

 

Andrea Bicchierai

membro della Segreteria Provinciale PD

con delega ai Fondi europei