Sviluppo urbano sostenibile e integrato, una scelta non rinviabile

Pubblicato da il 26 Maggio 2016 0 Commenti

Tra le politiche dell’Unione Europea per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, e la coesione economica, sociale e territoriale, assume una forte rilevanza l’Agenda urbana che pone al centro lo sviluppo sostenibile delle aree urbane, dove risulta concentrato il 70% della popolazione e si generano più dei due terzi del PIL complessivo della UE .

Al tempo stesso le aree urbane rappresentano i luoghi nei quali persistono i principali problemi di disoccupazione, emarginazione, povertà e pressioni climatiche. Le molteplici sfide economiche, ambientali, climatiche, sociali e demografiche che le aree urbane si trovano ad affrontare risultano tra loro interconnesse, per questo affrontarle richiede interventi mirati attraverso un approccio integrato. E’ quindi fondamentale che le politiche nazionali e locali siano in grado di promuovere lo sviluppo urbano sostenibile mediante un processo capace di coniugare il rinnovamento del materiale urbano con misure atte a promuovere lo sviluppo economico, l’istruzione, l’inclusione sociale e la protezione dell’ambiente.

Per fare questo è necessario pensare alle città come un ambito territoriale che vada oltre i confini comunali dei capoluoghi di provincia e assuma la conformazione di un’area vasta nella quale siano compresi i comuni della cintura periferica, quella che l’attuale programmazione nazionale definisce come “Area urbana” alla cui guida una “Autorità urbana” (AU), nella persona del sindaco del comune capoluogo, con il compito di sviluppare progetti integrati attraverso l’impiego degli investimenti territoriali integrati (ITI), di cui fanno parte i Fondi europei, e in grado di perseguire i risultati attesi per lo sviluppo urbano sostenibile: una scommessa particolarmente impegnativa.

Le politiche del Governo Italiano per la gestione dei Fondi strutturali d’investimento europei (Fondi SIE detti anche Fondi indiretti), delineate nell’Accordo di Partenariato sottoscritto con la Commissione UE, hanno definito con precisione gli obiettivi prioritari per la ripartizione e l’impiego dei 42 miliardi assegnati al nostro Paese per le politiche di coesione e di sviluppo dei territori nel settennato 2014-20202.

In particolare quattro sono gli obiettivi (driver) fissati dall’Agenda urbana per lo sviluppo urbano sostenibile delle 14 Città Metropolitane, già definite per decreto, e delle Aree urbane che dovranno costituirsi in base alla programmazione regionale:

  • Agenda digitale – “potenziamento della domanda di ICT dei cittadini in termine di utilizzo dei servizi on line, inclusione digitale e partecipazione in rete”;
  • Energia sostenibile – “ridurre i consumi energetici negli edifici e nelle strutture pubbliche e ad uso pubblico, residenziale e non residenziali” e “aumentare la mobilità sostenibile nelle aree urbane”;
  • Inclusione sociale e lotta alla povertà – “aumento della legalità nelle aree ad alta esclusione sociale e miglioramento del tessuto urbano a basso tasso di legalità”, “aumento dei servizi di cura e potenziamento della rete infrastrutturale e dell’offerta dei servizi sanitarie socio sanitari” e “riduzione del numero di persone in condizioni di disagio abitativo”;
  • Competitività dei sistemi produttivi “aumento delle attività economiche, profit e non profit” e “nascita di nuove imprese nelle filiere che hanno bisogno delle economie di contesto urbano”.

Questi quattro obiettivi dall’Agenda urbana nazionale, necessariamente in linea con quanto stabilito dai Regolamenti del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea, sono entrati a far parte dell’Asse 6 Sviluppo Urbano Sostenibile – del POR FESR (Programma operativo regionale del Fondo europeo per lo sviluppo regionale) della Regione Veneto, approvato dalla Commissione europea il 18/08/2015.

Il POR FESR Regione Veneto stabilisce inoltre che: “la procedura di identificazione delle AU si concluderà entro 6 mesi dall’approvazione del POR da parte della Commissione”.

A questo punto due domande sorgono spontanee visto l’abbondante ritardo accumulato:

  • a quando la pubblicazione dei bandi necessari per la costituzione delle AU in Veneto;
  • come si sta muovendo il Comune di Verona rispetto alla necessità di creare i presupposti per la definizione dell’Area urbana.

Temendo come sempre una navigazione a vista, nella incapacità di una programmazione lungimirante sui temi fondamentali per lo sviluppo e la crescita della Regione Veneto e della nostra città, auspico una vigilanza attenta e propositiva da parte dei nostri Consiglieri, regionali e comunali, per sollecitare il rispetto dei programmi Comunitari e degli impegni assunti ad ogni livello.

 

Andrea Bicchierai
Segreteria Provinciale PD – Delega ai Fondi europei