Sistema Tosi alla fine

Pubblicato da il 8 Gennaio 2014 0 Commenti

Tornare a governare in città e in provincia. Il segretario provinciale del Pd Alessio Albertini, 30 anni, praticante avvocato, consigliere comunale a Belfiore, detta l’agenda 2014, poco dopo il via all’era di Matteo Renzi.

Albertini, come farà il Pd a invertire la rotta di un centrodestra maggioritario, a Verona e in Veneto?
Abbiamo messo in campo un profondo rinnovamento di persone e di idee.

Il piano di attacco?
Occorre che il Pd torni a respirare insieme alla città, ne comprenda il malessere e i bisogni, riesca a disegnarne un futuro, riportandola al ruolo di primo piano che le spetta, in Italia, in Europa e nel mondo. Abbiamo avviato una capillare opera di ascolto e relazioni con categorie economiche e associazioni.

A Verona lo scoglio è per voi difficile da superare, con Tosi.
Ma il “sistema Verona” di Tosi è al capolinea. È tempo di una stagione nuova. Manca un’idea precisa di città.

A che cosa si riferisce, in particolare?
Emblematica è la situazione delle aziende e degli enti partecipati. Non voglio indugiare sulle inchieste in corso: vedremo il risultato al termine delle indagini, che comunque coinvolgono società di prima importanza come Agec, Agsm, Amia e Amt, ma quelle aziende pubbliche sono state usate come bancomat dall’Amministrazione, senza un’idea precisa di sviluppo industriale. Si pensi alla partita delle alleanze, nemmeno giocata.

L’Amministrazione vuole però creare la holding delle aziende di servizi, con Agsm capofila.
La proposta della holding, non sbagliata in sè, diventa però imbarazzante se non accompagnata da un progetto complessivo di rafforzamento e sviluppo delle partecipate. Infatti è già stata riformulata.

Quali sono le vostre priorità?
La città metropolitana è un successo legislativo dei nostri parlamentari. Verona potrà così guidare un processo che le farà recuperare il ruolo di quest’area come protagonsta sui mercati internazionali. Sul fronte del lavoro il Comune non può risolvere direttamente i problemi occupazionali, ma in questi anni non sono state sfruttate a sufficienza le occasioni di crescita esistenti e penso per esempio al Consorzio Zai, che deve tornare a essere motore dello sviluppo della città che, inoltre, deve tornare a investire nella cultura. Ma qui c’è un problema.

Quale?
Penso all’incredibile vicenda del rapporto fra la Fondazione Arena e Arena Extra, sulla quale abbiamo depositato nel 2012 un esposto alla Procura. Ma è accettabile che concerti di livello internazionale ed eventi televisivi da prima serata nazionale, che raccolgono centinaia di migliaia di euro, non facciano arrivare in sostanza alcune risorsa nelle casse della Fondazione Arena?

Quale sarà la linea del Pd, anche per eventuali alleanze, alle elezioni 2014 nei 54 Comuni veronesi?
Da soli dove è possibile, o in coalizioni con liste civiche dove ciò consenta maggiori possibilità di vittoria. Non chiuderemo le porte anche ad alleanze che escano dal recinto tradizionale del centrosinistra, ma si dovrà sempre partire dalla condivisione dei programmi.

E per le europee?
Sto lavorando per far eleggere almeno un candidato veneto e Franco Frigo mi pare una delle figure più competenti. Poi spero di possa confermare la figura di Paolo De Castro, già ministro dell’agricoltura.

Link all’articolo sul sito de L’Arena

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