FINALMENTE AL VOTO L’ORDINE DEL GIORNO PER LA REVOCA DELLE MOZIONI OMOFOBE DEL 1995 INTANTO BACCIGA PRETENDE DI RISCRIVERE PER ALZATA DI MANO LA STORIA DELLA RESISTENZA VERONESE

Pubblicato da il 8 Settembre 2021
Dopo esserselo trascinato dietro per mesi, la maggioranza sembra finalmente pronta a fare i conti con la nostra proposta per la revoca delle mozioni omofobe del 1995. L’ordine del giorno è infatti stato iscritto al secondo posto dell’ordine dei lavori del consiglio comunale di domani sera giovedì 9 settembre 2021.

Andando contro le Leggi dello Stato e i principi della Costituzione, le mozioni omofobe del 1995 fanno divieto alla Giunta Comunale di “approvare provvedimenti che parifichino i diritti delle coppie omosessuali a quelli delle famiglie naturali costituite da un uomo e una donna”. Ciò in palese contrasto con la Legge 76 del 20 maggio 2016 (Legge Cirinnà) che invece dispone che “all’interno di leggi, regolamenti e atti amministrativi” ed ovunque ricorrano le parole “coniuge” oppure “coniugi”, ovvero termini equivalenti, le disposizioni relative si applicano anche ai contraenti di unione civile, dunque anche alle unioni tra persone dello stesso sesso.

Gli indirizzi contenuti nelle mozioni del 1995 sono quindi d’intralcio alla effettiva applicazione dei diritti e doveri previsti dalla Cirinnà. A scanso di equivoci: con questo ordine del giorno noi non chiediamo ai Consiglieri di esprimersi sulla parificazione tra unioni civili e matrimonio, che nemmeno la Cirinnà mette sullo stesso piano, ma soltanto di assicurare la rimozione di questo ostacolo alla corretta applicazione della legge.

Auspichiamo dunque che su questo principio di diritto e di giustizia ci possa essere un pronunciamento unanime del Consiglio comunale.

Assistiamo invece esterrefatti che al primo posto dell’ordine dei lavori sia stata iscritta una mozione del Consigliere Bacciga tesa a disconoscere l’evento storico della Battaglia delle Poste, uno dei più importanti episodi della Resistenza veronese che vide l’esercito schierato contro gli occupanti nazi fascisti. Come se la storia si potesse riscrivere per alzata di mano ad uso e consumo della maggioranza di turno. Una pretesa degna più dell’Afghanistan dei talebani che della civile Verona.

Federico Benini, capogruppo Partito Democratico
Michele Bertucco, capogruppo Verona e Sinistra in Comune