Bilancio di previsione: servono scelte

Pubblicato da il 13 Giugno 2014 0 Commenti

In un momento di crisi qualsiasi organizzazione metterebbe mano alla sua struttura interna per generare risparmi e reperire altre risorse. Non è così per il Comune di Verona, che mantiene pressoché intatto il suo apparato fatto di decine di dirigenti, non riduce le consulenze e continua a spendere soldi in opere pubbliche inutili. Sul bilancio di previsione assistiamo a continue anticipazioni e annunci spot, ma manca un quadro d’insieme in cui l’amministrazione dichiari gli obbiettivi per il 2014.

Questa inerzia nelle scelte si ripercuote direttamente sui cittadini: l’impegno a riequilibrare il valore delle rendite catastali (che rende l’imposizione sulla casa più gravosa nelle periferie che in centro storico) è rimasto lettera morta. Dopo aver spremuto come limoni alcune aziende partecipate come AGSM, ora l’amministrazione Tosi non sa più che fare. Dalla Regione del governatore leghista Luca Zaia le risorse arrivano col contagocce, mentre pochissimi sono i fondi europei intercettati malgrado il Comune disponga di un ufficio apposito.

A livello nazionale il PD ha dimostrato che scelte importanti possono essere compiute anche in condizioni economiche difficili, basta un po’ di coraggio. Un bel segnale da parte del Comune di Verona sarebbe incrementare la tassazione sui grandi patrimoni per liberare risorse da destinare, ad esempio, alla riduzione dell’addizionale Irpef ai cittadini.

Sulle partecipate, invece, constatiamo che Palazzo Barbieri batte cassa sempre alle stesse aziende. Perché, ad esempio, l’ente autonomo Fiera continua a macinare utili ma restituisce al Comune solo 280 mila euro all’anno?

I consiglieri PD
Michele Bertucco e Fabio Segattini