Sicurezza, a Verona nessun nuovo agente operativo, destra veronese incapace oppure gioca sporco?
I numeri parlano chiaro: su quasi 1.100 agenti assegnati in giro per l’Italia nell’ambito del cosiddetto piano di potenziamento del Ministero degli Interni, a Verona sono toccati solo due operatori per la scuola di Polizia di Peschiera.
Fanalino di coda sia tra le grandi città italiane che tra le province venete, è chiarissimo che il territorio scaligero non rientra tra i pensieri della Lega che gestisce il Ministero dell’Interno.
L’unico dubbio da dissolvere è se i parlamentari veronesi di Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia con i rispettivi coordinatori regionali o provinciali siano complici di questa specie di accanimento contro Verona oppure se siano soltanto incapaci di portare risorse e personale in favore della città che li ha eletti.
Chiediamo dunque ai vari Ciro Maschio, Marco Padovani, Polo Tosato, Maddalena Morgante, Matteo Gelmetti, Gianmarco Mazzi, Paola Boscaini, e Flavio Tosi, che ad ogni evento delittuoso si sbracciano per chiedere più controlli o più sicurezza, se intendono darsi da fare per portare rinforzi ai sempre più esangui organici della questura, oppure se continueranno a fare gli imboscati fino a fine mandato.
Il territorio attende risposte su importanti partite dal punto di vista della Sicurezza e dello sviluppo amministrativo, a partire dallo status di Città Metropolitana ma anche la definizione dei commissariati attesi nella Pianura e sul Lago. Un territorio cresce se si fa squadra, ma se una parte tira indietro oppure gioca contro, a farne lo spese non è tanto l’amministrazione di centro sinistra quanto più i cittadini di tutta la provincia.
Fabio Segattini, capogruppo comunale Pd Verona
Franco Bonfante, segretario provinciale Pd Verona