Zanoni e Bigon (PD): “La Regione taglia drasticamente i fondi alle leggi per promuovere la legalità e contrastare la criminalità organizzata”
“Mentre la criminalità organizzata è sempre più radicata in Veneto, la Regione pensa bene di tagliare i fondi alle leggi di contrasto al fenomeno mafioso e per promuovere la legalità. È inspiegabile come l’impegno economico della Giunta Zaia sia inversamente proporzionale al numero di inchieste, processi e condanne; siamo di fronte a un totale scollamento dalla realtà”. Così Andrea Zanoni, consigliere del Partito Democratico a Palazzo Ferro Fini, commenta insieme alla collega Anna Maria Bigon la diminuzione degli stanziamenti decisa dalla Regione per le leggi di competenza della Quarta commissione consiliare, di cui è presidente. “Una sforbiciata – denunciano – che riguarda tre leggi su tre, non è certo un bel segnale quello che mandiamo ai veneti, per questo il nostro voto sul bilancio è stato negativo”.
Nel dettaglio la numero 9/2002 ‘Interventi regionali per la promozione della legalità e della sicurezza’ passa da un milione e 100mila euro a 850mila; la 48/2012 ‘Misure per l’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, della corruzione nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile’ scende da 140mila a 65mila euro e infine l’importo per la 24/2020 ‘Normativa regionale in materia di polizia locale e politiche di sicurezza’ cala da 370mila a 267.250. “La legge 48, storicamente sotto finanziata, perde il 60% ed è gravissimo, le altre due registrano una diminuzione del 30%. Durante la seduta abbiamo proposto di chiedere alla Giunta, tramite la Prima commissione competente sul bilancio, di utilizzare i fondi liberati dall’accantonamento per gli extra Lea per garantire almeno gli stessi soldi del 2021, ma la maggioranza ha detto no”.
“Non basta complimentarsi con forze dell’ordine e magistratura ogni volta che viene portata a termine un’operazione: la repressione è solo una parte della soluzione. In Veneto, è assodato, il fenomeno della criminalità organizzata non è percepito adeguatamente, perché qua le mafie non sparano. È perciò necessario un impegno forte sul fronte della sensibilizzazione e le istituzioni che devono essere in prima linea. Anche con risorse economiche adeguate”.
