Biblioteca civica ancora in zona rossa. Si individuino spazi alternativi per maturandi e universitari
Come emerso durante l’ultima commissione consiliare, a mantenere il “tappo” sugli accessi alla Biblioteca civica è una combinazione di fattori che trova il minimo comune denominatore in un’Amministrazione sempre troppo distratta quando si tratta di cultura: da un lato, l’approccio sempre propenso alle chiusure del nuovo dirigente della struttura il quale, avendo ottenuto l’incarico proprio durante la pandemia, non è stato in grado di capire il peso delle biblioteche nella dimensione cittadina ed è tuttora sordo alle richieste di un allentamento delle misure anti Covid che provengono dagli stessi lavoratori e lavoratrici tramite la Cisl, loro organizzazione sindacale, in virtù dell’evoluzione generale della pandemia; dall’altro lato, l’impreparazione con la quale chi dovrebbe organizzare il servizio affronta l’avvio, dentro e fuori la Biblioteca civica, di interventi attesi da tre anni.
Chiediamo che si apra come prevedono le norme, e che si predispongano spazi alternativi in grado di accogliere i maturandi e gli studenti universitari che hanno bisogno di aule studio e di dare una risposta ai professori e ricercatori che devono poter contare su un servizio di consultazione sempre accessibile. Anche in virtù del ruolo fondamentale di equità sociale che svolgono le biblioteche pubbliche, delle quali non ci sarebbe alcun bisogno, se tutti fossero in grado di comprare tutti i libri che vogliono o di cui hanno necessità, e se tutti disponessero di spazi abitativi con le condizioni giuste per concentrarsi nello studio.
Comprendiamo le ragioni, ma gli ostacoli alla riapertura non siano la scusa per affossare un servizio che in questi mesi ha già ricevuto un duro colpo, come testimonia il dato del crollo dei prestiti di libri: meno cinquemila. È impensabile che rimangano a lungo soltanto 32 posti dedicati allo studio libero, che erano 750 prima dell’emergenza sanitaria e la scorsa estate erano stati ridotti a 254. Data la situazione attuale, questa stretta non ha alcuna giustificazione.
Va trovata – e alla svelta – una soluzione per rendere accessibili al pubblico le migliaia di volumi che dovranno essere spostati per permettere l’esecuzione dei lavori, attesi da 3 anni. Da quanto emerso, i magazzini scelti non sono né vicini, né tantomeno accessibili.
Elisa La Paglia – Consigliera Comunale Pd
Tommaso Ferrari – Consigliere comunale Traguardi
Beatrice Verzè – Consigliera 5^ Circoscrizione Traguardi
Bertucco Michele – Consigliere Comunale Verona e Sinistra in Comune
