Caso Saviano, Facincani (Pd): punito il dissenso, rappresaglia da piccoli dittatori
Nel caso della revoca della cittadinanza onoraria allo scrittore Saviano emerge chiaramente la volontà di punire non solo il dissenso che lo scrittore esprime ed ha espresso nei confronti dell’operato dell’ex Ministero dell’Interno Salvini, ma soprattutto chi ha idee diverse da chi è al potere in quel momento.
Non mi meraviglia che il consigliere Zelger, abituato a cambiare idea e casacca a seconda delle convenienze politiche del momento, abbia chiesto l’approvazione della sua proposta, motivata principalmente da adulazione e servilismo nei confronti del suo leader politico di turno. Mi indigna di più che abbia trovato consenso dalla maggioranza del consiglio comunale.
Mi stupisce inoltre che il Sindaco Sboarina o lo stesso presidente del Consiglio comunale Ciro Maschio, che nel 2008 furono tra quelli che votarono a favore della cittadinanza onoraria a Saviano, non comprendano che quello che hanno appoggiato sia nient’altro che un atto di rappresaglia politica contrario ai valori democratici sui quali hanno giurato e ai quali spesso si appellano per chiedere cittadinanza alle loro idee di destra. Sono atti da maggioranza irresponsabile o, peggio, da piccoli dittatori in erba.
La revoca della cittadinanza a Saviano mi spinge a chiedere ai veronesi che hanno a cuore i valori della democrazia di intraprendere azioni civili risolute perché la decisione sia rivista, per dimostrare che Verona e i veronesi non sono vittime dell’indifferenza di fronte a fatti così gravi.
Maurizio Facincani, Segretario provinciale Pd Verona