Bigon e Zanoni (PD): “Emergenza Covid, agghiacciante denuncia a Borgo Trento: inaccettabile morire nei corridoi perché le strutture sono al limite”

Pubblicato da il 16 Dicembre 2020

“A Borgo Trento si muore nei corridoi perché non c’è più spazio. La denuncia di un lavoratore dell’ospedale veronese è agghiacciante, va oltre ogni immaginazione e non può essere tollerato. La Regione deve intervenire, Zaia non può dare sempre la colpa al Governo”. È quanto dichiarano Anna Maria Bigon, consigliera del Partito Democratico a Palazzo Ferro Fini, dove è anche vicepresidente della commissione Sanità e il collega di gruppo Andrea Zanoni, dopo aver ascoltato la testimonianza di un lavoratore del Pronto soccorso del nosocomio scaligero. “In provincia di Verona le strutture sono stipate all’inverosimile. A Legnago ci sono 49 pazienti attualmente in Pronto soccorso di cui 20 con patologia Covid in cura mentre attendono di trovare il posto letto, rispettivamente 32 e 16 nella stessa situazione a San Bonifacio, mentre a Villafranca, dove ci sono 18 pazienti in terapia intensiva e altri 100 ricoverati, sono 19 gli affetti da Coronavirus che aspettano in Pronto soccorso. Mancano spazi e soprattutto personale, tanto che si parla di una riduzione del 30% dei servizi sanitari, un’enormità. A fronte di un quadro così grave, Zaia dovrebbe assumersi le proprie responsabilità anziché limitarsi a criticare i cittadini per gli assembramenti o il Governo sulle restrizioni, troppo forti o troppo blande a seconda del giorno. In questa seconda ondata della pandemia il piano da lui presentato ha fallito, abbia la decenza di ammetterlo”.