Case di riposo: basta false rassicurazioni, si faccia fronte alla tragedia!
Gli otto morti nella casa di riposto di Sommacampagna marcano tragicamente lo spartiacque tra la realtà e la politica degli annunci: ci sono 8 morti a cui finora nessuno ha fatto il tampone. Non li hanno fatti perché l’Ulss non li ha. Da Venezia sono arrivate le linee guida regionali, ma come possono procedere a riorganizzare la struttura e a dividere gli ospiti se non sanno neanche chi è positivo e chi no? E con quale personale dovrebbero far fronte all’emergenza visto che mancano anche gli operatori?
E’ ora di finirla: della campagna di tamponi a tappeto è rimasto ormai soltanto il tappeto!
La realtà è che su 5 milioni di veneti, i tamponi eseguiti finora sono soltanto 105 mila. Quale percentuale di popolazione è stata raggiunta tenendo conto che gli operatori sanitari devono fare il tampone più volte? Pochissime persone, e quasi nessuna tra gli ospiti delle case di riposo. E’ un mese che insisto in tutte le sedi: non dobbiamo rassegnarci ad assistere impotenti alla cancellazione di una intera generazione.
Ma affinché qualcosa cambi è necessario dire le cose come stanno: le case di riposo sono per lo più abbandonate a se stesse: senza presidi, senza personale, senza strumenti. Si faccia fronte a questa realtà senza le false rassicurazioni a cui siamo stati abituati: visto lo stallo, si invitino le strutture a procurarsi da sole i tamponi. Si facciano partire immediatamente i laboratori di analisi, promessi da tempo. E nei casi in cui non sia possibile individuare i positivi, si individuino delle strutture dove mettere in isolamento tutti gli ospiti.
Non occultiamo questa realtà: come verranno conteggiate le morti a cui non è stato fato l’accertamento? Secondo l’assessore andranno su un’altra contabilità. Sì, ma quale?
Anna Maria Bigon, consigliera regionale Pd